SEUL
Museo Nazionale Centrale. - Il museo di S. fu fondato nel 1915 dal governo di occupazione giapponese (Chōsen Sötōkufu) su una precedente struttura, iniziata nel 1908 a opera dell'ultima dinastia Yi. Con gli oltre centomila reperti e opere artistiche è il maggiore museo di archeologia e storia dell'arte coreana. La sistemazione del 1986, la sesta dall'istituzione del museo, si articolava in ventidue sezioni; con la demolizione dell'edificio (1996), già sede del Chōsen Sōtokufu, la collezione attende di essere trasferita in una nuova struttura museale.
La sezione dedicata alla preistoria e protostoria, oltre a un completo campionario dei reperti paleo-e mesolitici, documenta i modelli più significativi della prima ceramica con incisioni «a pettine» e della ceramica dipinta, come pure l'intera tipologia delle daghe litiche e delle alabarde metalliche, nonché i primi specchi e monete in bronzo. Il periodo iniziale dei Tre Regni, circoscritto tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C., è documentato dai reperti ceramici e metallici dei più recenti scavi archeologici, come pure le singole sezioni dei regni di Koguryŏ, Paekche, Siila e dello stato cuscinetto di Kaya, che illustrano prevalentemente i corredi funebri rinvenuti nei rispettivi territori, databili dal I-I al VII sec. d.C. Fra il ricco repertorio dei monili in oro o bronzo dorato di Siila, figurano varí tipi di orecchini, collane, braccialetti, anelli e soprattutto alcune corone, la più nota delle quali è la corona della Tomba della Campana d'Oro, e la celebre cintura con pendenti, entrambi provenienti dall'area di Kyŏngju. Nella produzione ceramica del medesimo regno spiccano i caratteristici versatoi con beccuccio foggiati a forma di statuetta equestre, mentre particolare interesse iconografico presentano le tegole di Paekche, le cui decorazioni in bassorilievo sembrano risultare da un'originale rielaborazione di motivi cinesi. Notevole interesse presenta il vasellame della stessa area per l'evidente influenza che ebbe sulla produzione ceramica giapponese di Sue, mentre i prodotti dello stato cuscinetto di Kaya presentano chiare commistioni formali fra gli oggetti dei regni limitrofi di Siila e Paekche.
Ovviamente meno ricca è la sezione di Koguryŏ i cui reperti provengono prevalentemente dall'area di Pyongyang, sede dell'antica capitale del regno. Pochi ma significativi elementi di corredo funerario (modellini di casa e di forno), terminali tondi di tegole, vasellame e tracce di dipinti murali danno tuttavia una chiara testimonianza dell'influenza della limitrofa cultura cinese sul regno di Koguryŏ. La sezione dedicata al regno di Siila unificato (666-908), che comprende vasellame e tegole decorate emerse da recenti scavi archeologici, evidenzia gli stretti rapporti della Corea con la Cina Tang. Nella sezione dedicata alla scultura buddistica, che comprende esemplari databili dal VI al XVII sec. d.C., figurano la più antica immagine coreana nota, il Bodhisattva stante di Koguryŏ in bronzo dorato, datato al 539 d.C., così come i due celebri Maitreya rispettivamente della fine del VI e dell'inizio del VII sec. d.C., assisi nella c.d. «posa pensosa», che tanta influenza ebbero sulla produzione giapponese dell'epoca di Asuka, come si può riscontrare nel noto Miroku Bosatsu del Kōryūdi di Kyoto. Nella sezione dedicata alla metallistica, che comprende prodotti dal VII al XVIII sec. d.C., figura, proveniente dalla pagoda di Makung-sa a Kyŏngju, il noto reliquiario con custodia, databile al VII sec. d.C., sulle cui pareti sono applicate le figure in rilievo dei Quattro Guardiani Buddistici, uno dei quali, Vaišravana, presenta chiari influssi stilistici centroasiatici. Il settore dedicato alle ceramiche della dinastia Kŏryŏ (918-1392 d.C.) comprende gli esemplari migliori della nota produzione di porcellana celadon dei secoli XI e XII nelle sue varie tonalità di verde e nelle diverse tecniche decorative a incisione e intarsio con vernice bianca o bruna.
Le raccolte di pittura buddistica, con opere che vanno dal XII al XVIII sec., comprendono un dipinto della serie dei Cinquecento Lohan, datato al 1235-36 d.C., e un dipinto a inchiostro raffigurante il Bodhisattva Kṣitigarbha, datato al 1307 d.C.
Il settore «documentazione storica» raccoglie antichi manoscritti, carte topografiche e sigilli; il settore «Asia Centrale» allude, attraverso raffronti iconografici, a lontane radici della cultura coreana; i settori «Cina» e «Lolang» sottolineano la maggiore fonte del retaggio nazionale di cui il settore «Giappone» evidenzia la diffusione in Estremo Oriente. Al folclore e all'artigianato locale era dedicata nell'allestimento 1986 la tradizionale «sala maschile» (Sarangban), con antiche maschere in legno, lacche e strumenti per la scrittura.
Delle nuove acquisizioni il settore più spettacolare è dato indubbiamente dal nucleo principale delle ventiduemila ceramiche cinesi della dinastia Yuan (1279-1364 d.C.) rinvenute fra il carico di una nave affondata al largo dell'isola di Sinan, materiale individuato nel 1975 e recuperato dal 1976 al 1984 nel corso di un'accurata operazione di archeologia subacquea.
Bibl.: A Hundred Treasures of the National Museum of Korea, Seul 1972; AA.W., Selected Treasures of the National Museum of Korea, Seul 1972; E. Β. Adams, Korea Guide, Seul 1977, p. 91; The National Museum of Korea, Seoul Guide Book, Seul 1978; Ε. Β. Adams, Art Treasures of Seoul, Seul 1979; 1000 Years of Korean Art (cat.), San Francisco 1979; AA.W., Relics Salvaged from the Seabed of Sinan, Seul 1985; AA.V.V., Kokuritsu chūŏ hakubutsukan («Museo Nazionale Centrale»), Seul 1986.