Vedi SEUTHOPOLIS dell'anno: 1973 - 1997
SEUTHOPOLIS (v. S 1970, p. 709)
Lo studio dei materiali archeologici rinvenuti nell'area di S. ha fornito nuovi dati sull'urbanistica, sull'architettura e sullo sviluppo economico-culturale della città.
Dell'originario tracciato urbano di tipo ippodameo si sono potute ricostruire otto strade longitudinali e cinque trasversali. Le prime, con andamento N-S, presentano un'inclinazione di 35o verso O; una di loro passa intorno alla cinta muraria. Due sono le arterie principali: una (SONE) dalla porta SO giunge attraverso la città fino al muro di cinta orientale, ove si suppone si trovasse una terza porta; l'altra collega la porta NO con l'agorà. Entrambe hanno una lunghezza di 20 piedi, mentre le altre sono di c.a 12-14 piedi, come a Priene.
I quartieri della città hanno pianta rettangolare con i lati lunghi in direzione NO-SE e sono orientati in base agli assi stradali longitudinali. Le dimensioni sono variabili, prevalgono comunque quelli di m 45 X 18 (150 x 60 piedi, secondo il sistema attico-eubeo), e le loro proporzioni (5:2) sono simili a quelle di Olinto. Un isolato può includere due/tre abitazioni, ciascuna delle quali si affaccia su due strade e presenta una superficie media di 300- 350 m, compreso l'atrio interno; una di esse occupa un'area di c.a 500 m. A S. sono attestati tutti i tipi di abitazione greca di epoca classica e ellenistica, con prostàs, pastàs e perìstylos. In ciascuna di esse è stato rinvenuto un altare domestico (eschàra), a forma di basso ripiano in argilla, con svariate decorazioni.
L’agorà, situata al centro della città, presenta una pianta quasi quadrata e ha un'estensione di 2.200 m2, corrispondente a quella di due isolati e pari a 1/25 dell'area complessiva della città. La piazza doveva essere circondata su tre lati da un colonnato di legno e al suo interno si trovava un altare di Dioniso; un'iscrizione riporta il nome del sacerdote del dio, Amaistas.
Altro importante punto di riferimento nella vita politica e religiosa di S. è costituito dalla cittadella, situata nell'angolo settentrionale della città, la cui superficie di 4.620 m2 corrisponde a quella di quattro isolati. Presso il lato NO sorge il palazzo di Seute III (40 X 17 m) in cui si distinguono due settori: a S quello ufficiale, a N quello residenziale. Accanto alla sala del trono si trova il santuario delle grandi divinità di Samotracia. Da quest'area sacra provengono una grande eschàra e un'iscrizione in lingua greca. L'iscrizione, che fa riferimento a un accordo stipulato tra gli eredi di Seute III e un altro sovrano tracio, Spartoco, contiene importanti dati relativi sia alla storia politica della Tracia del primo ellenismo, sia all'architettura e al mondo religioso delle due roccaforti tracie: S. e Cabile (v.). L'intero insieme architettonico della cittadella ricorda il bouleutèrion e il gymnàsion di Mileto. La pianta del palazzo-tempio trova invece confronti più diretti nella pianta dell'Heraklèion di Thasos.
Nella città, all'interno delle mura, vivevano il re e l'aristocrazia; le modeste abitazioni del popolo si trovavano, invece, fuori delle mura, così come i quartieri artigianali e le botteghe.
A S. veniva prodotta ceramica di buona qualità fatta al tornio: vasi di forme locali, a volte di imitazione greca. Si producevano anche recipienti più grossolani lavorati a mano, tipici della tradizione tracia più antica, pìthoi e materiale edilizio. Nella città sono stati rinvenuti gioielli di produzione tracia tra cui fibule, anelli, orecchini d'argento, di bronzo e d'oro, i quali possono considerarsi prova del buon livello raggiunto dagli orafi locali.
Le monete più antiche di S. sono quelle di Filippo II e vanno poste in relazione con il piccolo villaggio tracio a cui si sovrappose la capitale di Seute III, mentre anche le monete di quest'ultimo sovrano vennero coniate a Seuthopolis. Gli 850 esemplari di bronzo rinvenuti nella città testimoniano l'introduzione presso i Traci di un nuovo sistema monetario, con sette tipi e tre nominali. La circolazione di tali monete nello stato tracio fu notevole e giocò un ruolo assai importante sul mercato interno. Monete greche e macedoni, ceramica attica del primo ellenismo, bolli d'anfora soprattutto di Thasos, terrecotte del tipo Tanagra e altri materiali rinvenuti a S. rivelano gli intensi scambi commerciali e culturali che si svilupparono tra la città e i grandi centri del mondo ellenico.
S. raggiunse il periodo di maggiore fioritura nell'ultimo decennio del IV sec. e venne distrutta probabilmente intorno al 275 a.C. Dopo alcuni tentativi di ricostruzione la città si spense definitivamente poco dopo. Sulle rovine di S. tracce di occupazione si datano a un periodo molto tardo, ossia ai secc. XI-XIII.
Bibl.: M. P. Dimitrov, M. Cičikova, The Thracian City of Seuthopolis (BAR, Suppl. S., 38), Oxford 1978; M. P. Dimitrov, M. Èièikova, A. Balkanska, L. Ognenova-Marinova, Sevtopolis, I. Bit i kultura («Seuthopolis, I. Vita e cultura»), Sofia 1984; K. Dimitrov, V. Penčev, Sevtopolis, II. Antični i sredno- vekovni moneti («Seuthopolis, II. Monete antiche- e medievali»), Sofia 1984; K.-L. Elvers, Der «Eid der Berenike und ihrer Söhne»: eine Edition von ICBulg., III, 2, 1731, in Chiron, XXIV, 1994, pp. 241-266.
(M. Čičikova)