Severi
Severi Francesco (Arezzo 1879 - Roma 1961) matematico italiano. Iniziò gli studi matematici nell’ambito della scuola torinese, caratterizzata agli inizi del secolo dalle figure di C. Segre, V. Volterra e G. Peano, e si laureò con una tesi sulle singolarità delle curve in un iperspazio. Docente di geometria proiettiva e descrittiva nelle università di Parma (1904) e Padova (1905-22), nel 1923 si trasferì a Roma sulla cattedra di geometria algebrica e per un paio di anni fu anche rettore dell’ateneo, incarico da cui si dimise nel 1925 a seguito della firma del manifesto di B. Croce dopo il delitto Matteotti. Si avvicinò tuttavia sempre più al partito fascista e accettò, quanto meno silenziosamente, l’allontanamento dalle università italiane di molti suoi colleghi di origine ebraica, in seguito alle leggi razziali. Nel 1938 fondò a Roma e diresse l’Istituto nazionale di alta matematica. I suoi contributi sono sostanziali e riguardano diversi campi: innanzitutto, la geometria algebrica (con lo sviluppo della geometria sopra una superficie e su varietà di dimensione superiore), la geometria differenziale, l’analisi matematica, le varietà abeliane. Fornì le basi di una teoria generale delle varietà algebriche; generalizzò il teorema di Bézout passando dalle intersezioni di curve piane all’intersezione di varietà arbitrarie in spazi proiettivi superiori; contribuì alla formulazione della teoria dei sistemi di equivalenza; risolse molti problemi di geometria sulle superfici algebriche.