SEVERIANO di Gabala
Fu vescovo di Gabala, presso Laodicea di Siria, tra la fine del sec. IV e il principio del V. Fornito di doti oratorie e di cultura non comune, ebbe parte importante nei fatti riguardanti S. Giovanni Crisostomo. Desideroso di mettersi in vista, seguì l'esempio di Tolomeo vescovo di Tolemaide che aveva fatto fortuna a Costantinopoli con i suoi discorsi, e si trasferì a Costantinopoli incontrandovi di fatto con i suoi discorsi (nonostante l'accento siriaco) il favore del popolo e dell'imperatrice Eudossia. Anche il Crisostomo, allora patriarca, lo accolse con molta cordialità e, dovendosi assentare dalla capitale nel 401, lo incaricò del servizio liturgico. S. in sua assenza cercò di alienargli con intrighi l'animo del popolo e della corte. Al suo ritorno il Crisostomo fu accolto dal popolo con gran gioia, e S. fu costretto ad allontanarsi. Intervenuta Eudossia, S. poté ritornare a richiesta dello stesso Crisostomo, contro il quale tuttavia egli riprese gl'intrighi sia al celebre sinodo della Quercia (403), tenuto contro il patriarca, sia dopo il ritorno del Crisostomo dal primo esilio. In seguito non si sa più nulla di lui; morì sotto l'imperatore Teodosio II (408-450).
Scrisse commenti a Genesi, Esodo, Deuteronomio, Giobbe e a parecchie epistole di S. Paolo, commenti andati perduti, e omelie per lo più trasmesse mediante i manoscritti contenenti le opere di Crisostomo. Le meglio identificate sono: Orationes sex in mundi creationem (in Patrol. Graeca, LVI, 429 segg.), molto importanti per la storia delle idee cosmologiche biblico-tolemaiche; Oratio de serpente quem Moyses in cruce suspendit (ivi, 553 segg.); In illud Abrahae dictum: Pone, ecc., in Genesi, XXIV, 2 (ivi, 553 segg.); De ficu arefacta (LIX, 585 segg.); Contra Judaeos (LXI, 793 segg.; cfr. LXV, 29 segg.); De sigillis librorum (LXIII, 531 segg.); In Dei apparitionem (LXV, 15 segg.). L'orazione De pace (LII, 425-428), che si riferisce alla riconciliazione di S. col Crisostomo nel 401, fu ripubblicata completa nel testo greco da A. Papadopulos Kemareus, in v. p. 555, I, Pietroburgo 1891, pp. 15 segg. Il mechitarista J. B. Aucher pubblicò da un'antica versione armena 15 omelie (di cui 2 già note nel testo greco) in Severiani... homiliae nunc primum editae ex antiquissima versione armena in latinum sermonem translatae, Venezia 1827.
Bibl.: G. Zellinger, Die Genesishomilien des Bisch. S. v. G., Münster 1916; W. Dürks, De S. Gabalitano (diss.), Kiel 1917; O. Bardenhewer, Geschichte der altkirchl. Lit., III, 2ª ed., Friburgo in B. 1924.