SEVERINA (Ulpia Severina)
Moglie di Aureliano e a lui sopravvissuta; pare fosse figlia di Ulpio Crinito.
Ha sulle monete, dove appare dal 270 al 275 insieme ad Aureliano, un aspetto non più giovane perché la fronte e gli angoli della bocca sono segnati da rughe; il naso è dritto e lungo, la bocca con gli angoli abbassati, caratteristica è la forma del cranio piatto al sommo. È evidente in taluni conî un influsso del ritratto del marito. La pettinatura è quella caratteristica delle dame del tempo - con le orecchie scoperte e le trecce che dalla nuca risalgono sul cranio e si ripiegano sulla fronte - ma presenta anche una peculiare variante in cui i capelli sono tirati sulla nuca in foggia quasi maschile e le trecce si formano solo al sommo del capo.
Il suo ritratto si è riconosciuto in due gemme della Collezione Cades, in cui è affrontata ad Aureliano; incerte invece sono le identificazioni di sculture, perché il busto 452 del museo di Berlino fu molto completato ispirandosi alle monete, e quello del Museo Torlonia è stilisticamente anteriore.
Bibl.: H. Cohen, Monn. Emp., VI, p. 208 s.; E. A. Stückelberg, Bildnisse röm. Kaiser, Zurigo 1916, tav. 126; Mattingly-Sydenham, Rom. Imp. Coin., V, i, Londra 1933, p. 313 s.; R. Delbrück, Münzbildnisse von Maximinus bis Carinus, Berlino 1940, pp. 148 ss.; 160, tav. 24, 35-38; G. Bovini, Osservazioni sulla ritrattistica da Treboniano Gallo a Probo, in mon. Ant. Lincl., 1943, p. 247 (ritratti in scultura e gemme con bibl. prec.); K. Wessel, in Arch. Anz., 1946-47, p. 67, fig. 3 (acconciatura); B. M. Felletti Maj, Iconografia romana imperiale da Alessandro Svevo a M. Aurelio Carino, (Quaderni e guide di Archeologia, II), Roma 1958, p. 269-71, tav. LII, 178-180.