Severo
Gnostico ricordato nella Storia ecclesiastica di Eusebio (IV, XXIX) come caposcuola dei severiani. La sua dottrina, con l’accettazione del Vecchio Testamento e dei Vangeli (respingeva invece l’epistolario paolino e gli Atti degli Apostoli) e con un complesso mito etiologico (secondo il quale il serpente, Satana, si era congiunto con la terra e dal suo seme era nata la vite, per questo il vino era un alimento di cui non bisognava fare assolutamente uso), rivela una forte influenza dell’ambiente giudaico e conferma i rapporti tra encratismo e giudaismo. I suoi seguaci vennero chiamati anche acquari, o acquarini, perché nel sacramento dell’Eucaristia usavano acqua al posto del vino. La loro astemia può essere spiegata, forse, alla luce dell’Apocalisse di Abramo, testo apocrifo in cui si afferma che l’albero proibito del Paradiso terrestre era la vite e non il melo, quindi al suo frutto va ricondotta la caduta dell’uomo nel peccato originale.