sfare
In linguaggio amoroso " disfare ", " corrompere ", " distruggere ", quindi " recare a morte ": i belli occhi... / aperse Amor con le sue mani / per conducermi al tempo che mi sface (Rime LXVII 9; come nota il Contini, ‛ disfare ' per indicare la distruzione operata dalla morte, è comune nella Commedia). Altrove allude alla prostrazione dell'animo dantesco innanzi al dolore sofferto da Beatrice per la morte del padre: tu se' già tutto sfatto (LXXI 14).
In forma pronominale in Cv IV Le dolci rime 60 dove, a proposito delle ricchezze, si afferma che l'animo... dritto e verace / per lor discorrimento non si sface; commenta D. stesso (XIII 16): E però seguita che l'animo che è diritto, cioè d'appetito, e verace, cioè di conoscenza, per loro perdita non si disface, cioè " non vien meno alla sua natura ", " non perde nobiltà ".