Sfida tra Verdi e Wagner
Busseto contro Lipsia. Nel 1813 nascevano due dei più significativi musicisti europei dell’Ottocento. In Italia per il doppio bicentenario le proposte più interessanti sono state quelle più innovative e antitradizionali, come il Lohengrin alla Scala e il Rigoletto al Petruzzelli.
Uno contro l’altro, solo in Italia è stato possibile: Verdi contro Wagner, come nell’Ottocento. Fronte a fronte e non per opposizione ideologica, ma solo per ragioni squisitamente musicali. Perché tra i pochi vanti che i martoriati cori e orchestre italiani si arrogano c’è quello di eseguire Verdi con uno stile esclusivo: antico, tramandato dai compositori a oggi, inimitabile. Dunque, nell’anno della celebrazione del bicentenario della nascita dei 2 compositori, dai teatri del paese si è alzato un interrogativo: festeggiare l’uno, l’altro o entrambi? E che senso di unicità conferire ai festeggiamenti, dal momento che né Wagner né Verdi si possono considerare autori poco eseguiti?
Alla Scala ha prevalso la par condicio: tante opere all’uno, tante all’altro. Però con un approccio ben diverso. Wagner ha ricevuto una straordinaria interpretazione col Lohengrin antiteutonico, fragile, esistenzialista del 7 dicembre 2012. La regia di Claus Guth, il tenore Jonas Kaufmann magnetico protagonista e la direzione di Daniel Barenboim convergevano in una lettura ideologicamente antiwagneriana. Perché antieroica, opposta al granito teutonico di tradizione. Nei vari titoli di Verdi invece è prevalsa una più spensierata policromia: dal Falstaff con la regia di Robert Carsen, profumato di commedia inglese, al raro Oberto conte di S. Bonifacio, con la regia di Mario Martone, spostato dal Medioevo alla Napoli della camorra, si respirava quel clima di libertà eclettica tipico delle regie della sovrintendenza Lissner. Senza troppa innovazione sul fronte musicale.
All’Opera di Roma invece il duello dei bicentenari si è spostato deciso sul fronte verdiano. Con la guida stabile di Riccardo Muti, il progetto-Verdi gli è stato interamente affidato. Spalmato su più stagioni, svincolate dall’anniversario, ha permesso la scelta di 2 opere mirate, quelle a tema marino: Simon Boccanegra e I due Foscari. Il direttore le ha restituite con una tinta che affidava ai marosi non solo la dimensione pittorica della partitura, ma anche le malinconie senili, il disincanto verso gli intrighi del potere.
Wagner per contro è stato omaggiato col Rienzi, opera di soggetto romano, mai eseguita prima nell’originale tedesco nei teatri italiani. Lo spettacolo, firmato per intero da Hugo de Ana, grandiosamente monumentale, aveva anche il pregio non trascurabile di costi contenuti.
Note amare sono arrivate da Palermo, dove l’unico nuovo Ring del 2013 in Italia è stato brutalmente interrotto, a metà percorso. Era il fiore all’occhiello delle meritevoli stagioni di Antonio Cognata, non gradito al nuovo sindaco della città. Cognata è l’unico sovrintendente economista, ma anche l’unico sovrintendente obbligato alle guardie del corpo, causa aggressioni e minacce. Il forzato commissariamento del Teatro Massimo ha portato alla cancellazione delle 2 tappe conclusive della produzione di Graham Vick, andata in scena solo con Das Rheingold e Die Walküre. L’invenzione colta, la capacità narrativa unita alla radicale rinuncia a ogni esteriorità di apparati scenici erano state applaudite dalla stampa nazionale e internazionale. All’estero è già prenotata. Mentre Palermo ha perso un’occasione prestigiosa, finendo negativamente nella vetrina delle celebrazioni wagneriane.
Dal Sud, una scommessa vinta è stata invece quella del Petruzzelli di Bari, che ha dimostrato, con un Rigoletto affidato a sconosciuti cantanti ‘under-30’, che anche i titoli arcinoti e temuti possono calzare voci alle prime armi.
Soprattutto se appaiate a una regia, come qui quella di Denis Krief, capace di indagare affetti e ritmare la recitazione sui gesti della partitura.
Eternamente giovane resta il cuore del teatro di Verdi. Così risultava perfetto per sfoggiare l’acustica impeccabile di una nuova sala da concerto, a Osaka, costruita arditamente a metà di un grattacielo e inaugurata con l’Otello della Fenice di Venezia, diretto da Chung. Ma ancora più ideale per parlare alle ragazze di Hong Kong, algide malate di moda e griffe: a sorpresa le abbiamo viste commosse davanti a Traviata. La portava il San Carlo di Napoli, guidato da Roberto Abbado. Anche lì, in civiltà tanto lontane, per Violetta si piange.
Carriere a confronto
opere di Wagner 13
opere di Verdi 28
anni di produzione musicale di Wagner 48
anni di produzione musicale di Verdi 54
Richard Wagner
1813. Il 22 maggio nasce a Lipsia. Nello stesso anno muore il padre e con la famiglia si trasferisce a Dresda.
1828-32. A Lipsia, decide di dedicarsi alla musica.
Sono rappresentate le prime opere (Die Feen e Das Liebesverbot). Dal 1839 è a Parigi, con scarso successo.
1842-43. A Dresda, Rienzi e Der fliegende Holländer.
1845. Dresda accoglie con freddezza Tannhäuser.
1848-49. Partecipa ai moti rivoluzionari di Dresda ed è costretto a fuggire in Svizzera, stabilendosi a Zurigo.
1850. A Weimar, Lohengrin diretta dall’amico Franz Liszt.
1851-52. Completa lo scritto Oper und drama e concepisce un ciclo dei Nibelunghi in 4 parti, di cui stende il testo poetico.
1853- 59. A Zurigo compone Das Rheingold, Die Walküre, inizia Siegfried e abbozza Parsifal. Dall’amore per Mathilde Wesendonck nasce l’idea di Tristan und Isolde (1857-59).
Tannhäuser, rappresentato a Parigi con modifiche, viene duramente contestato. Nel 1862 rientra in Germania.
1864. Incontra il re di Baviera Luigi II, che gli garantisce protezione e una rendita annua. Si innamora di Cosima Liszt, figlia del compositore, che sposerà nel 1870.
1865. A Monaco di Baviera, Tristan und Isolde.
1868. Nello stesso teatro, Die Meistersinger von Nürnberg.
Wagner pensa a un teatro particolare per le proprie opere. Vanno in scena Das Rheingold e Die Walküre. La città di Bayreuth gli concede un’area.
1872. Posa della prima pietra del suo teatro di Bayreuth.
1874. Completa la composizione del Götterdämmerung e re Luigi finanzia la fine dell’impresa di Bayreuth.
1876. L’intero Ring des Nibelungen inaugura il primo Festival di Bayreuth.
1877-82. Compone Parsifal, che nel 1882 debutta a Bayreuth.
1883. Il 13 febbraio, colpito da attacco cardiaco, muore a Venezia tra le braccia della moglie Cosima.
Giuseppe Verdi
1813. Il 10 ottobre nasce alle Roncole, frazione di Busseto (Parma), nella piccola osteria gestita dal padre.
Studia musica a Busseto. Dal 1832 è a Milano.
1839-40. Gli esordi alla Scala di Milano: Oberto conte di San Bonifacio, e il totale insuccesso di Un giorno di regno.
1842. Trionfa alla Scala con il Nabucco.
1843-50. Periodo di attività frenetica, i cosiddetti ‘anni di galera’ in cui compone: I Lombardi alla prima crociata, Ernani, I due Foscari, Giovanna d’Arco, Alzira, Attila, Macbeth, I masnadieri, Jérusalem (prima opera per Parigi, rifacimento dei Lombardi), Il corsaro, La battaglia di Legnano, Luisa Miller, Stiffelio.
Rigoletto alla Fenice di Venezia. Stabilisce la sua residenza a Sant’Agata (presso Busseto) insieme a Giuseppina Strepponi, con la quale ha una relazione dal 1847.
1853. Il trovatore a Roma e La traviata a Venezia.
1855. Les vêpres siciliennes all’Opéra di Parigi.
1857. Scarso successo per Simon Boccanegra e per Aroldo.
1859. Un ballo in maschera a Roma. Sposa la Strepponi.
1861. Viene eletto deputato al primo Parlamento italiano.
1862. La forza del destino al Teatro Imperiale di San Pietroburgo.
1867. Don Carlos all’Opéra di Parigi.
1871. Aida al Cairo, per l’apertura del Canale di Suez.
1874. Messa da Requiem in memoria di Manzoni, eseguita nella chiesa di S. Marco a Milano e diretta da Verdi stesso.
1875-84. Rallenta la sua attività. Con la collaborazione di Arrigo Boito, revisiona il Simon Boccanegra (1881).
1887. Otello, su libretto di Boito, alla Scala di Milano. Decide di non comporre più.
1893. Per insistenza di Boito, compone Falstaff per la Scala di Milano: testamento musicale del maestro ottuagenario.
1897. Muore la Strepponi. Finanzia la costruzione a Milano della Casa di riposo per musicisti.
1901. Colpito da ictus, muore a Milano il 27 gennaio.