SFIGMOMANOMETRIA (dal gr. σϕυγμός "pulsazione" e manometro")
L'energia che ogni sistole cardiaca comunica al sangue si manifesta da una parte come velocità di corrente, dall'altra come pressione laterale sulla parete dei vasi sanguigni, cioè come pressione arteriosa: sotto il qual termine si denomina, dunque, la pressione alla quale soggiace il sangue circolante nei vasi. D'altra parte, siccome tale pressione è equilibrata dalla tensione delle pareti arteriose così i due termini di pressione e di tensione arteriosa, esprimenti due valori uguali, vengono indifferentemente adoperati nel linguaggio clinico usuale. La pressione arteriosa varia nel corso di una stessa rivoluzione cardiaca fra un valore massimo (pressione massima, Mx) che corrisponde al grado di pressione cui l'onda sanguigna sale quando è spinta dalla sistole cardiaca, e un valore minimo (pressione minima, Mn) corrispondente alla pressione che si ha nell'albero arterioso nel periodo della diastole. Si denomina poi pressione differenziale o variabile la differenza fra la pressione massima e la minima (Pd = Mx − Mn); essa rappresenta il lavoro che il cuore compie ritmicamente per far avanzare la colonna sanguigna nell'albero circolatorio.
La misura della pressione arteriosa, iniziata da K. Vierordt nel 1855 e applicata in clinica soprattutto dopo i lavori di S. S. K. Basch e di P.-C.-E. Potain, rappresenta oggi un metodo di esplorazione indispensabile.
Un primo giudizio sullo stato della pressione sanguigna si può già ottenere mediante la palpazione delle arterie - tenendo conto della resistenza che esse oppongono alla compressione digitale - e mediante l'osservazione del tracciato sfigmografico la cui curva si modifica, secondo M. V. Frey e L. Krehl, con il variare della pressione. L'uno e l'altro procedimento, però, non sono in grado di fornire dati tanto precisi quanto quelli che si ottengono dall'uso dei metodi e degli apparecchi opportunamente ideati per la misurazione della pressione arteriosa (sfigmomanometria). Questi metodi e apparecchi sono tutti fondati sull'osservazione degli effetti che si ottengono con la compressione di un territorio o di un vaso arterioso; ma si differenziano a seconda che prendono in considerazione solo l'arresto assoluto del circolo che si ha a valle del territorio o del vaso sottoposto al massimo grado di compressione, oppure anche le modificazioni dinamiche che la parete arteriosa presenta allorquando è sottoposta a gradi di compressione crescenti o decrescenti.
Appartengono alla prima categoria gli sfigmomanometri di Block-Verdin-Chéron, di v. Bash, di Potain, di Riva-Rocci. Quest'ultimo rappresenta un sensibile progresso sui precedenti perché il suo bracciale pneumatico ripartisce uniformemente la compressione tutt'attorno all'arto: con ciò vengono evitate quelle sopraelevazioni di pressione che si ottengono con gli altri apparecchi i quali esercitano la compressione non circolarmente ma sopra la sola arteria (questa, sfuggendo, richiede una compressione il cui grado supera quello della propria tensione).
Usando il Riva-Rocci si giudica del grado della Mx dal livello che la colonna di mercurio ha raggiunto allorquando, aumentando gradatamente la compressione nel manicotto, si osserva a valle di esso la scomparsa completa del polso.
La seconda categoria di metodi e di apparecchi mira all'apprezzamento delle oscillazioni e delle vibrazioni che vengono generate da un vaso arterioso allorquando lo si comprime: e giudica del grado di Mx e Mn osservando) valori segnati da un manometro aneroide in coincidenza di dati momenti della curva raffigurante il succedersi delle oscillazioni e vibrazioni della parete arteriosa. Queste oscillazioni e vibrazioni, la cui ampiezza e intensità variano con il variare del grado di compressione, possono essere registrate graficamente oppure seguite sia sull'indice di un manometro con l'occhio (metodo oscillometrico) sia direttamente sulla stessa parete arteriosa con l'udito (metodo ascoltatorio) o con la palpazione digitale (metodo vibratorio). Appartengono a questa seconda categoria l'oscillometro del Pachon, lo sfigmotensiofono di Vaquez e Laubry, il fonosfigmometro di Lian.