BETTINI (Betino), Sforza
Nacque e visse i primi anni della sua vita a Firenze (spesso infatti è semplicemente chiamato "Sforza de Florentia"), ma non è nota la sua famiglia né le vicende della sua giovinezza. Il Calco (Arch. stor. lombardo, II [1875], p. 180) lo considera della famiglia degli Sforza, quasi figlio illegittimo, tra tanti, di Muzio Attendolo.
Questa ipotesi, che non trova riscontro nelle fonti, si deve ritenere infondata.
Entrato al servizio degli Sforza, nel 1467 il B. viene mandato da Galeazzo Maria, duca di Milano, presso il marchese Guglielmo VIII di Monferrato, incaricato di una missione riguardante la cosiddetta guerra di Gattinara, che Milanesi e Monferrini, alleati del re di Francia, stavano preparando contro Filippo de Bresse, sostenitore del più acerrimo nemico dei re, il duca di Borgogna. Pubblicata, prima ancora che iniziassero le vere e proprie ostilità, la pace (14 nov. 1467), alla cui stipula presenziò come testimone, il B. passò, per un breve soggiorno, a Torino, tornando a Milano ai primi di gennaio del 1468. L'esito felice della sua missione indusse poco dopo il duca di Milano a nominarlo suo ambasciatore alla corte francese in sostituzione di G. P. Panigarola.
Nel complesso stato dei rapporti tra il duca di Milano e Luigi XI, che non contava più molto sulll'alleanza milanese dimostratasi troppo poco efficace dopo la morte di Francesco Sforza, l'azione del B. si insinuò discreta e paziente a cercare di riconquistare la fiducia del re al proprio duca. Le sue lunghe e puntuali missive, spedite quasi quotidianamente, costituiscono una fonte importante, non solo per la vita alla corte francese, ma anche per gli intricati rapporti tra la Francia e i vari stati italiani durante la lotta tra Luigi XI e il duca di Borgogna, Carlo il Temerario.
Fino al 12febbr. 1473 è attestata la presenza del B. in Francia; esattamente un mese dopo risulta invece inviato speciale del duca di Milano a Vercelli presso Iolanda di Savoia, in veste di consultore speciale per gli affari savoiardi. Il 28 aprile dello stesso anno, secondo la testimonianza di Cicco Simonetta, svolse una mistenosa missione a Ferrara "in habito franzoso". è questa l'ultima volta in cui viene ricordato come agente milanese. Dal 1°genn. 1474 risulta al servizio della sua città natale, Firenze.
Da questo momento il B. fu impegnato per quasi vent'anni come 'agente personale di Lorenzo de' Medici, in numerosissime missioni che, allo stato attuale della documentazione, non sempre si possono ricostruire in tutti i loro particolari. Così nel gennaio e nel febbraio del 1474 risulta presente a Bologna per alcune consultazioni non meglio specificate con Giovanni Bentivoglio; nel luglio dello stesso anno lo troviamo in Umbria con un incarico probabilmente relativo al conflitto insorto tra Sisto IV e il Medici per l'appoggio garantito da quest'ultimo a Niccolò Vitelli, signore di Città di Castello, che 'si era ribellato contro il pontefice. Nei tre anni seguenti fu spesso a Pisa, ma non si conoscono i suoi compiti.
La tensione sempre crescente nei rapporti con il papa, che aveva diviso l'Italia in due leghe, dovette essere anche oggetto delle numerose missioni che il B. compì tra il 1477 e il 1478: nel settembre del 1477 si recò dal signore di Piombino Iacopo Appiani; nell'ottobre fu a Faenza, nel marzo dell'anno seguente a Bologna, per essere mandato un mese dopo a Milano, nel maggio di nuovo a Faenza e a Forlì. Quando lo stato di tensione dopo la congiura dei Pazzi nell'aprile del 1478 si trasformò in aperta guerra, il B. ebbe incarico di trasferirsi nel campo delle truppe fiorentine arroccatesi in Val di Chiana per sovrintendere al rifornimenti, all'assoldamento di truppe e soprattutto per informare Lorenzo sull'andamento della guerra non troppo favorevole per i Fiorentini e i loro alleati milanesi e veneziani. Le vicende della guerra con Sisto IV e Ferdinando di Napoli impegnarono il B. anche nell'anno successivo: nell'aprile si trovò a Pisa per controllare la difficile situazione creatasi per le incursioni di Roberto Sanseverino, il quale, d'accordo con il papa e il re, si era spinto dalla Lunigiana fin sotto le mura della città. Nell'ottobre e nel novembre dello stesso anno si trattenne, non sappiamo con quale incarico, a Ferrara, passando poi anche a Faenza. Conclusa la pace tra Firenze e Ferdinando di Napoli nel marzo dei 1480, nel maggio si recò a Siena, che durante la guerra aveva combattuto dalla parte dei nemici di Firenze, probabilmente per controbilanciare la crescente influenza di Alfonso duca di Calabria, figlio del re, nella vita interna della città.
Un certo peso pare abbia avuto l'intervento del B. nelle trattative svoltesi nel dicembre del 1482 a Roma, che portarono alla conclusione della pace tra Firenze, Milano, Napoli da un lato, e Sisto IV dall'altro, ponendo così fine alla prima fase della guerra di Ferrara. L'azione da lui condotta in quest'occasione dovette essere particolarmente felice ed intelligente, se l'oratore estense si sentì in dovere di ringraziare Lorenzo il Magnifico per "la mandata di Sfortia". A Roma il B. si interessò, per incarico di Lorenzo, anche della questione di Città di Castello, che, secondo le clausole della pace, per quattro mesi fu affidata alla tutela del re cattolico.
Durante la guerra tra Ferdinando di Napoli e Innocenzo VIII (1485-86), nella quale Firenze stava dalla parte del re, il B. fu incaricato da Lorenzo di recarsi nel campo dell'esercito dei collegati, con commissioni di varia natura e anzitutto per riferire sulle vicende della guerra. Dopo altre numerose missioni di minore importanza, nel 1490 fu inviato a Perugia, dove cooperò, anche se forse non apertamente, al trionfo dei Baglioni, legati ai Fiorentini contro gli Oddi. A Perugia tornò anche nella primavera del 1491.
Morto l'8 apr. 1492 Lorenzo de' Medici, il 29 settembre il B. precedette a Roma suo figlio Pietro, probabilmente con l'incarico di preparare il viaggio. Tuttavia pare che egli, dopo la morte di Lorenzo, al cui servizio personale aveva fino ad allora agito, si sia ritirato dalla vita pubblica. Quando, però, nel 1497 fu aperto un processo contro certi partigiani di Piero de' Medici, accusati di congiurare contro la libertà di Firenze, riappare ancora una volta il suo nome. Arrestato il 3 1 agosto, il B. fu condannato al confino, probabilmente con l'unica colpa di essere stato per tanti anni fedele servitore di Lorenzo il Magnifico.
Non si conosce la data della sua morte.
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