SFORZO (fr. effort; sp. esfuerzo; ted. Anstrengung; ingl. effort)
Inteso in senso fisiopatologico, significa un lavoro compiuto in eccesso, fino a raggiungere i limiti delle attività funzionali consentiti dallo stato normale. Quando sia superata la massima ampiezza e durata possibile dello sforzo, si cade nello scompenso funzionale, ossia nell'irresponsività, intendendo per responsività l'adattamento coordinato di tutte le funzioni che rende un organismo rispondente alle esigenze della vita (G. Viola). Il danno di un eccesso di lavoro protratto nel tempo deriva sostanzialmente dal non avere concesso agli elementi organici in funzione il periodo di riposo restauratore necessario per far dileguare i fenomeni della fatica. La sensazione della fatica rappresenta pertanto la vera valvola di sicurezza che ci rende coscienti della urgente necessità del riposo. Coscientemente o incoscientemente possiamo forzare questa valvola solo per i fenomeni fisiologici sui quali può aver parte la nostra volontà e metterci nelle condizioni dello sforzo. Alcune intossicazioni, specialmente l'alcoolismo acuto, possono agire oscurando la sensazione della fatica e dare l'illusione di attingere a energie di riserva, mentre in realtà l'attività è legata a uno sforzo che può essere di danno grave. Invece lo sforzo compiuto in uno spazio ristretto di tempo deriva dall'avere richiesto all'organismo in funzione una quantità di lavoro superiore al massimo di quello che poteva essere fornito senza danno nell'unità di tempo spiegando tutte le energie di riserva disponibili. Lo sforzo a carattere brusco è legato talvolta a fattori essenzialmente meccanici, quali la resistenza alla trazione di un tendine, di un fascio muscolare, di un legamento articolare, la resistenza alla deformazione elastica di un osso, la resistenza di una valvola cardiaca, di una parete arteriosa, di una porta erniaria, ecc.
In traumatologia spesso lo sforzo ha valore di causa determinante, la quale però quasi sempre agisce solo in quanto preesistono altre condizioni congenite o acquisite. Tali, per esempio, l'ernia che si produce in seguito a sforzo, attraverso una porta erniaria congenitamente pervia, l'insufficenza valvolare aortica acuta per rottura dei tessuti valvolari patologicamente alterati, la rottura di un aneurisma, le fratture ossee in un tabetico, ecc. Si comprende pertanto quanto interesse abbia in medicina legale la valutazione esatta dell'importanza causale di un'azione da sforzo, nel campo criminale (lesioni preterintenzionali) e specialmente in quello infortunistico per la responsabilità del risarcimento.
Da un punto di vista puramente clinico talvolta lo sforzo agisce come momento rivelatore di determinate condizioni morbose; si parla così di dispnea da sforzo, di angina da sforzo, di cuore da sforzo, ecc. In senso assai più ristretto, in nosografia veterinaria, il tennine sforzo è sinonimo di distrazione articolare; si parla così di sforzo di corona, sforzo di nodulo, ecc.