sguardo (isguardo)
Significa l'atto del guardare, in Pg I 28 Com'io da loro sguardo fui partito, dov'è da notare il valore oggettivo di loro (la medesima costruzione in Cv IV XXV 8 li loro occhi fuggiro da ogni altrui sguardo, e solo ne la paterna faccia... si tennero; cfr. anche Nel suo aspetto, in Pd I 67); così anche Pg XIX 12, Pd XVIII 44, XXXI 53. In If XVII 61 procedendo di mio sguardo il curro, la diversa interpretazione di curro, " corso " o " carro ", non modifica sostanzialmente il valore di sguardo. Il dolce sguardo di Pd XI 77 è quello che si scambiano gli amanti (v. 74) Francesco e Povertà: " dulcis contemplatio ", chiosa Benvenuto (per tutta la terzina, di discussa interpretazione, cfr. Petrocchi, ad locum).
Particolare intensità acquista quando è riferito agli occhi di Beatrice, in Pd XXVI 11 ha ne lo sguardo / la virtù ch'ebbe la man d'Anania, e XXVII 97 la virtù che lo sguardo m'indulse; movendo dalla casistica amorosa tradizionale, la prima loda di Beatrice si conclude con il motivo degli occhi che fanno innamorare (Vn XIX 12 51-56; cfr. pure Rime LXIX 5-8): nel Paradiso si chiarisce e potenzia la loro virtù salvifica. Prende ancora valore dal rapporto sentimentale in Fiore CXLIX 11 eranmi falliti i dolzi isguardi (unico caso, che le edizioni su cui ci basiamo registrino, di forma prostetica), come in Cv II XV 5 dubitazioni, le quali dal principio de li sguardi di questa donna... surgono, e IV XXX 6 filosofia non volge lo sguardo suo dolcissimo a l'altra parte, dove il guardare della donna-filosofia significa la suggestiva offerta delle verità filosofiche (cfr. II XV 4). In III XIV 13 lo sguardo di questa donna fu a noi così largamente ordinato, e XV 4 in questo sguardo solamente l'umana perfezione s'acquista (nel guardare in questi occhi, § 3) il termine indica il " guardare " da parte di colui che studia le verità filosofiche, e pertanto ne significa la contemplazione.
Significa " la vista ", " gli occhi ", in If XXXI 35 lo sguardo a poco a poco raffigura / ciò che cela 'l vapor, e Pd III 128. In Pd XXXI 98 veder lui t'acconcerà lo sguardo, significa più propriamente " la facoltà visiva ", in stretta connessione con il corrispondente valore allegorico. In senso metaforico, in XXXII 19 secondo lo sguardo che fée / la fede in Cristo, è evidente il riferimento alla direzione assunta dagli occhi della fede (credettero in Cristo venturo, v. 24; a Cristo venuto ebber li visi, v. 27).