SHA-HO
. Corso d'acqua della Manciuria, affluente del Hunho, da cui ebbe nome la battaglia.
La battaglia di Sha-Ho. - Combattuta fra l'11 e il 20 ottobre 1904 fra Russi e Giapponesi durante la guerra in Manciuria (v. Russo-giapponese, guerra).
Ai primi di settembre le truppe dell'armata russa di Manciuria erano accampate attorno a Mukden, col morale depresso dopo la ritirata da Liaoyang. Il Kuropatkin avrebbe voluto prendere posizione più arretrata fra Mukden e Charbin per dare tempo di giungere e organizzarsi ai rinforzi, provenienti dall'interno dell'impero (i quali dovevano costituire la 2ª armata di Manciuria). Ma l'Alekseev, tenuto conto delle esigenze morali, sostenne che si dovesse tenere Mukden come punto di partenza per la controffensiva strategica che era nel concetto del comando supremo russo. Attorno a Mukden si provvide alle opere intese ad agevolare il movimento verso sud e soprattutto si costruirono strade sulla destra dell'Ung-ho. Secondo il piano russo, nella regione piana (ad occidente della ferrovia transmancese) si doveva operare dimostrativamente con forze relativamente esigue (generale Bilderling, corpi europei X e XVII e distaccamenti leggeri), e nella regione montuosa (ad oriente della transmancese) si doveva compiere lo sforzo risolutivo (generale Stakelberg, corpi d'armata siberiani I, II, III e distaccamenti leggeri del Rennenkampf e del Samsonov). In seconda linea una riserva di due corpi d'armata (IV siberiano e I europeo, generale Meiendorf). Un distaccamento montato (Miščenko) era a disposizione del comando in capo. Il gruppo Stakelberg doveva risalire lo Sha-ho, spingersi fino al Taitsé-ho senza oltrepassarlo, e attaccare il fianco destro giapponese. Il gruppo Bilderling doveva avanzare fino allo Sha-ho e quivi attendere nuovi ordini.
Mentre complessivamente le forze russe destinate all'operazione sommavano a circa 180.000 fanti, 12.000 cavalieri e 600 cannoni, quelle dei Giapponesi giungevano appena a 150.000 fanti, 6500 cavalieri e 450 cannoni. Anche i Giapponesi attendevano rinforzi (7ª ed 8ª divisione), e fidavano nella prossima caduta di Port-Arthur, che avrebbe resa disponibile l'armata del Nogi. Il generalissimo giapponese Oyama aveva appreso dalla stampa russa, abbandonatasi senza riserbo a notizie e commenti, i propositi e i disegni di una prossima controffensiva del nemico, e aveva deciso di non attendere i Russi a piè fermo, ma di muovere loro incontro. All'armata del Kuroki (meno una frazione) ordinò di sbarrare alla massa principale russa l'avanzata per la montagna; al resto dell'armata del Kumki e alle arnnate dell'Oku e del Nodzu, ordinò d'avanzare nel piano per attaccare i Russi del Bilderling.
Il movimento giapponese cominciò l'11 ottobre. In questo e nella successiva giornata i Russi del Bilderling cedettero terreno fino allo Sha-ho, mentre il Kuroki, sui monti, mantenne le forti posizioni iniziali, quantunque vigorosamente attaccate dai Russi dello Stakelberg. La riserva russa è avanzata per costituire un forte centro, mentre l'ala orientale, alquanto in aria, viene ritirata sulla linea dello Sha-ho, cioè all'altezza del rimanente schieramento. Il 13 ottobre, il centro russo fu oggetto dei principali attacchi dei Giapponesi, i quali giunsero nella notte successiva a Sha-ho-pu. Un tentativo russo di contrattacco non riuscì. Il 15 la battaglia, fattasi accanita, non portò - fra i flussi e riflussi - a spostamenti notevoli della linea di fuoco; ma nella notte sul 16 riuscì ai Giapponesi di occupare l'"Altura dell'albero isolato", di grande importanza tattica. Alla ripresa di questa altura i Russi inviarono 7 reggimenti agli ordini del generale Putilov. La lotta, durata tutta la giornata e parte della notte del 17, finì col successo dei Russi. La notte sul 18 un ritorno offensivo dei Giapponesi non riuscì. Fra il 18 e il 20 la battaglia languì per la grande stanchezza delle truppe dalle due parti. Dopo il 20 ottobre lo Sha-ho segnò il limite fra i due campi nemici. In definitiva il disegno del Kuropatkin non riuscì, specialmente perché la massa principale aveva manovrato in un terreno montano, contrariamente a quanto avrebbero consigliato le attitudini del soldato russo e la composizione dell'armata di Manciuria, ricca di cavalleria e povera di artiglieria someggiata.