DONNOLO, Shabbĕtay
Fu uno dei primi, se non il primo, tra gli ebrei che scrissero di argomenti scientifici in Europa. Nacque a Oria nel 913 o poco dopo; catturato dai Saraceni nel 925, fu riscattato dodicenne in Taranto. Dapprima visse di lavoro manuale, studiando medicina, astronomia e astrologia; poi esercitò la medicina in Calabria, e fu chiamato a curare Euprassio, luogotenente bizantino in Calabria. Fu in relazione con S. Nilo il giovane, nativo di Rossano in Calabria. Viaggiò molto per approfondirsi nelle scienze a cui si era dedicato. Nel 982 era ancora in vita. Scrisse in ebraico: 1. un commento al Sēfer Yĕṣīrāh (Libro della Creazione) col titolo Ḥakmünī (I Chr., XI, 11; XXVII, 32) o Taḥkĕmünī (II Sam., XXIII, 8), ossia Il Sapiente; 2. un'opera farmacologica, di cui ci è pervenuto solo un frammento o un insieme di frammenti; 3. un commento alla Bāraytā astronomica di Shĕmū'ēl, perduto. Altri libri gli sono attribuiti falsamente, o si debbono identificare col commento al Sēfer Yĕṣīrāh o con parti di esso.
Prima ediz. del commento al Sēfer Yĕṣīrāh, a cura di D. Castelli, Firenze 1880; un nuovo frammento edito da A. Neubauer in Rev. des études juives, XXII, pp. 213-218. Ciò che ci è rimasto dell'opera farmacologica fu edito da M. Steinschneider, Berlino 1867 (e come appendice all'estratto del suo articolo sottocitato, Berlino 1868).
Bibl.: M. Steinschneider, Donnolo, Pharm. Fragm. aus dem X. Jahrh., in Arch. f. pathol. Anat., XXXVIII-XLII; D. Castellli, introduzione all'edizione surricordata.