SHEIKH (o Shaikh; talora italianizzato in sceicco; fr. cheïkh)
Vocabolo arabo che, oltre al primitivo significato di "vecchio", ha assunto nell'età musulmana altri sensi legati all'idea di rispetto; quindi capo (di tribù o sottotribù, di villaggio, di confraternita religiosa, di corporazione di mestiere), maestro di scuola (in Algeria e nel Marocco), professore o persona eminente in scienze musulmane o anche in mistica, caposcuola in discipline religiose o filologiche; in Egitto e nel Marocco anche cantante di merito (con il femminile sheikhah). Così il rettore della famosa moschea e università teologica al-Azhar al Cairo è detto sheikh al-Azhar; il gran capo degli Ismā‛īliti di Siria (cosiddetti Assassini) era detto comunemente sheikh al-gebel, che i crociati tradussero "il vecchio della montagna". La costituzione egiziana del 19 aprile 1923 ha dato al senato il titolo di maǵlis ash-shuyūkh, assemblea degli sheikh, per influenza dell'etimologia del vocabolo latino. Nel Libano, anteposto al nome proprio, si usa come titolo onorifico per appartenenti a famiglie molto regguardevoli cristiane. Infine nei paesi arabi dall'Egitto verso oriente si premette al nome di santi che non siano proprio gli eccelsi (a ovest dell'Egitio si usa in questo senso sīdī) e perciò il vocabolo è frequente nella toponomastica di quei paesi, designando località ove un santo sia sepolto, p. es. ash-Sheikh Sa‛īd (isolotto presso Massaua e villaggio ora fortificato nello Yemen presso lo stretto di Bāb al-Mandeb), ash-Sheikh ‛Othmān (presso ‛Aden), ecc.