GLASHOW, Sheldon Lee
Fisico teorico statunitense, nato a New York il 5 dicembre 1932. Ha compiuto gli studi superiori alla Bronx High School of Science (1950) e gli studi universitari alla Cornell University (1954), dove ha conseguito il baccalaureato. Ha conseguito poi il PhD in fisica nel 1959 presso la Harvard University. Ha lavorato dapprima al Niels Bohr Institute di Copenaghen e quindi al Centro Europeo di Ricerche Nucleari (CERN) di Ginevra. È stato professore associato a Berkeley (1961), poi a Stanford (1962), ed è dal 1967 professore di fisica a Harvard. Nel 1979 gli è stato conferito il premio Nobel per la fisica, insieme con A. Salam e S. Weinberg, per il determinante contributo fornito alla teoria di unificazione delle forze deboli nucleari con le forze d'interazione elettromagnetica, nell'ambito della fisica delle particelle elementari.
Com'è noto, le forze d'interazione conosciute in natura sono quattro: forza gravitazionale, forza elettromagnetica, forza nucleare debole e forza nucleare forte. La fisica moderna ha da sempre cercato di unificare queste forze d'interazione, cercando di descriverne l'azione attraverso un'unica teoria. Questo sforzo di semplificazione ha ricevuto un ulteriore impulso dal lavoro di G., Salam e Weinberg. La loro teoria prevede anche l'esistenza di nuove particelle elementari (bosoni vettoriali) di notevole massa. Queste sono state effettivamente osservate nel 1983 al CERN di Ginevra; si tratta del W di massa 80,8±2,7 GeV e dello Z0 di massa 92,9±1,6 GeV. Tali valori sono in eccellente accordo con quanto avevano predetto teoricamente G. e gli altri nella teoria detta SU (2) × U (1) o più semplicemente Standard Model. L'interazione debole e l'interazione elettromagnetica vanno dunque viste come la manifestazione di un unico effetto; tuttavia la prima è usualmente di diversi ordini di grandezza inferiore alla seconda, soprattutto nell'intervallo di energie inferiori alla massa dei bosoni vettoriali.
Recentemente G. si è dedicato allo sviluppo di una teoria che comprenda, oltre alle precedenti, anche le forze nucleari forti. Tale trattazione teorica si basa sui concetti espressi dalla cromodinamica quantistica. In particolare, si dimostra che gli sviluppi di tale trattazione comportano l'instabilità del protone, che tuttavia, nonostante gli sforzi attualmente profusi in vari laboratori del mondo, non ha potuto ancora essere verificata.