BAN, Shigeru
Architetto giapponese, nato a Tokyo il 5 agosto 1957. La caratteristica peculiare del suo linguaggio architettonico è il desiderio di rendere resistenti i materiali leggeri che infondono e trasferiscono levità all’architettura che avvolgono. Per far questo i materiali vengono studiati a fondo, intuendone la grande flessibilità applicativa, l’audacia strutturale e l’intrinseca promessa compositiva.
Vincitore di premi nazionali e internazionali e visiting professor alla Harvard University e alla Cornell University, B. ha insegnato in diverse università giapponesi tra le quali la Yokohama national University e la Keio University. Dal 2011 è professore alla Kyoto University of art and design. Nel 2014 gli è stato conferito il Pritzker Prize per l’architettura.
Dopo aver studiato architettura a Los Angeles presso il Southern California Institute of architecture si è trasferito a New York alla Cooper Union University sotto la guida di John Hejduk, preside della scuola. Il suo primo lavoro è stato l’allestimento per una mostra di Alvar Aalto (1986) dove ha utilizzato per la prima volta leggere strutture in tubi di cartone. Questa tecnologia è diventata una componente strutturale grazie al supporto dell’ingegnere Gengo Matsui e alle sperimentazioni nel laboratorio di analisi della Waseda University, ottenendo una certificazione dal ministero delle Costruzioni in Giappone. All’inizio della sua carriera ha progettato eleganti case unifamiliari (tra le quali: Furniture house, Curtain wall house, 2/5 House, Wall-less house e la Naked house, realizzate tra il 1995 e il 2000), tutte fortemente influenzate dalla ricerca sull’abitare nota come Case study houses (1945-66), progetti di abitazioni a basso costo che traevano a loro volta ispirazione dall’architettura giapponese. L’idea di trasformare un materiale per sua natura debole in un elemento strutturale lo ha imposto all’attenzione internazionale, consentendogli di aprire studi a Tokyo, Parigi e New York.
B. ha dichiarato di aver conosciuto l’architettura del suo Paese d’origine attraverso l’interpretazione occidentale che aveva appreso durante gli anni di studio negli Stati Uniti. Da sempre attento alla natura dei materiali da costruzione, alle tecnologie innovative e con una forte avversione per lo spreco, B. ha affiancato a una sensibilità per l’ambiente l’attenzione per le emergenze abitative causate da eventi drammatici e disastrosi. Nel 1994 ha fondato VAN (Voluntary Architects Network), un’organizzazione di architetti volontari che hanno messo a disposizione le loro professionalità e le strutture di tubi di cartone per costruire ripari temporanei per il popolo ruandese durante la guerra civile (1994), per i terremotati di Kobe (1995), della Turchia (1999), di Haiti (2001) e, in periodi più recenti, un sistema di partizioni per dare privacy alle famiglie scampate al maremoto in Giappone (2011) alloggiate in grandi spazi comuni. Alle sue opere più importanti si affianca sempre l’invenzione di sistemi sperimentali: nel Padiglione giapponese all’Expo di Hannover (2000) – in collaborazione con lo strutturista Frei Otto – ha portato a compiuta realizzazione la tecnologia dei tubi di cartone; nella Bamboo furniture house (2002) ha usato il bambù laminato; nel Nomadic Museum (a New York nel 2005, a Santa Monica nel 2006 e a Tokyo nel 2007) ha utilizzato i container delle navi come sistema strutturale; nel Centre Pompidou a Metz (2006-10) ha impiegato una grande copertura reticolare in legno laminato che forma una maglia esagonale coperta da una membrana in fibra di vetro e Teflon; nella Haesley nine bridges golf clubhouse a Yeoju-gun nella Repubblica di Corea (2010), nel Tamedia new office building a Zurigo (2011-13) e nell’Aspen Art Museum (2011-14) ha utilizzato una struttura lignea senza giunti metallici. B. ha progettato inoltre mobili ed edifici con l’uso di fibre di carbonio: la Carbon fiber chair (2009) e il Padiglione estivo del Rietberg Museum (2013).
Bibliografia: R. Miyake, Shigeru Ban. Paper in architecture, ed. L.A. Gould, I. Luna, New York 2009; S. Ban + Keio University SFC Ban Laboratory, Voluntary architects’ network. Making architecture, nurturning people, from Rwanda to Haiti, Tokyo 2010; P. Jodidio, Shigeru Ban: 1957. Architektur, die überrascht, Koln 2012; S. Ban, Humanitarian architecture, Aspen 2014.