SHINĀSĪ Ibrāhīm Efendī
Letterato turco, uno dei più notevoli del periodo di rinnovamento del secolo XIX. Nacque nel 1826 a Costantinopoli; restò presto orfano del padre, ufficiale dell'esercito, studiò in patria e imparò il francese da un ufficiale francese. Inviato a Parigi nel 1845 a cura del governo turco, vi studiò materie amministrative e soprattutto letteratura, ed ebbe occasione di conoscere il De Sacy e il Lamartine. Quando tornò a Costantinopoli, fu eletto membro del consiglio dell'Istruzione pubblica e dell'Accademia delle scienze; godette la protezione del gran visir Reshīd Pascià. Nel 1860 fondò con Agāh Efendī il Terǵumān-i Eḥvāl, il primo giornale turco non ufficiale, e nel 1862 pubblicò per proprio conto il Taṣvīr-i Efkār, introducendo perfezionamenti tipografici. Nel 1864 tornò a Parigi e vi restò cinque anni; morì a Costantinopoli il 17 settembre 1871.
Tradusse dal francese in turco brani di Racine, Fénelon, La Fontaine e Lamartine, scrisse poesie con spirito nuovo e moderno (Dīwān, varie ristampe); si occupò di questioni linguistiche e attese molto a un dizionario turco senza giungere a pubblicarlo; compose una raccolta di proverbî turchi (ḍurūb-i emthāl-i ‛othmāniyyeh) in collaborazione con Ebū ẓ-Ẓiyā Tevfīq.
Bibl.: E. J. W. Gibb, History of Ottoman Poetry, V, Londra 1907; Aḥmed Rāsim, Ilk büyük muharrirleden: Shināsī, Istanbul, 1927.