SHUSHTAR
Città del Khuzistān (Iran) sita sulle sponde del fiume Karūn, al centro di una zona ricca di ritrovamenti archeologici. Lungo il fiume, nei pressi dell'abitato, si trovano alcuni ponti-diga, tutt'ora in uso, risalenti nelle loro strutture fondamentali alla fine del III sec. d. C. Si tratta di opere progettate ed eseguite da un gruppo di soldati romani fatti prigionieri da Shāpūr I (v.) durante la rotta di Edessa (260 d. C.) ed impiegati successivamente su larga scala in lavori pubblici di vario tipo.
Il più importante di questi sbarramenti sorge all'uscita della città. Esso misura 550 m di lunghezza, ha un andamento irregolare tendente all'arco di cerchio ed è formato da una serie di pilastri quadrati, molto vicini gli uni agli altri, sopra ai quali poggiano stretti archi ampiamente rimaneggiati in epoca musulmana. La distanza tra i pilastri, pur superando raramente gli 8-10 m, non è sempre uniforme; ciò dipende dal fatto che i costruttori utilizzarono spesso come basi gli scogli e gli isolotti naturali affioranti lungo il letto del fiume. La parte interna dei pilastri è formata da pietrame rozzo, mentre il rivestimento esterno, molto solido, consiste in pietre tagliate con cura e connesse le une alle altre secondo i procedimenti proprî dell'edilizia romana. Il letto del fiume a monte dello sbarramento fu pavimentato con larghe lastre di pietra, legate saldamente da ramponi di ferro, al fine di evitare l'erosione del suolo e la fuga delle acque raccolte.
Le altre due dighe di minori proporzioni che sorgono nei dintorni della città, sono chiamate, rispettivamente, Band-i Gurgar e Band-i Miyān. Anch'esse furono, almeno in parte, costruite da prigionieri romani.
La città di S. fu, in epoca tardo-sassanide, un importante centro di lavorazione della seta. Secondo i geografi arabi tale industria sarebbe giunta nel Khuzistān dalla città di Antiochia.
Bibl.: M. Dieulafoy, L'art antique de la Perse, Parigi 1884-5, vol. I, p. 3; vol. V, p. 60; O. Reuther, Sasanian Architecture: History, in A. U. Pope, Survey of Persian Art, Oxford 1938, p. 570-71; P. Ackerman, Texties through the Sasanian Period, ibid., p. 694-6; L. Vanden Berghe, Archéologie de l'Iran Ancien, Leida 1959, p. 64-67.