SIAGRIO
. Discendente secondo ogni verosimiglianza dalla famiglia Siagria di Lione, succedette, probabilmente nell'ottobre 464, a quell'Egidio, magister militum, che, dopo la morte di Maioriano (461), aveva costituito fra la Mosa, la Schelda e la Senna con centro a Soissons un dominio autonomo, in fonti più tarde detto regnum. Romanorum rex è da Gregorio di Tours chiamato Siagrio e, sebbene il titolo, attribuito a un Romano, appaia strano e certo giuridicamente illegittimo, non è da escludere che, in quell'età di transizione, egli l'abbia portato in realtà. Certo egli apparisce continuatore nella Gallia della tradizione romana, in lotta con Sassoni e Visigoti, indipendente dai varî imperatori e patricii di Roma. Sembra avere riconosciuto idealmente l'autorità dell'imperatore bizantino, come sovrano dell'unico impero; è infatti probabile che fossero soggetti a lui quei Galli occidentali, che, secondo Candido, non vollero riconoscere l'autorità di Odoacre e si rivolsero a Zenone, ma non ne ottennero l'appoggio desiderato. Se, com'è credibile, egli è il S. a cui Apollinare Sidonio dirige una lettera sua, pare ch'egli abbia tentato di conciliare con i Romani gli elementi barbari più facili ad assimilarsi. Sidonio dice infatti (Epistol., V, 80) che egli, pure assai perito negli studî di lettere classiche, era buon conoscitore della lingua germanica e arbitro nelle liti tra Germani e Romani, nuovo Solone, che riusciva a dare ai barbari cor latinum. Ma forse nemmeno fra i suoi trovò rispondenza, se un altro S., probabilmente figlio suo, Gallicanae flos iuventutis, viveva tranquillo nella campagna (ivi, VIII, 8).
I Franchi, prima amici di Egidio e, forse, di S., vennero in guerra con lui, quando Clodoveo si accinse alla conquista della Gallia. S. fu vinto a Soissons (486), costretto a fuggire presso Alarico II re dei Visigoti, consegnato da questo a Clodoveo e da lui fatto uccidere segretamente. Con lui cadeva l'ultima resistenza dei Romani di Gallia, anzi dei Romani dell'Occidente, e restava libero il campo all'azione unificatrice dei Franchi.
Bibl.: Candido, in Histor. graeci minores, ed. Dindorf, Lipsia 1870, I, p. 444; Apoll. sid., in Mon. Germ. histor., Auct. antiq., VIII, pp. 80, 134; Greg. Tur., Historia Francorum, ibid., Script. rer. Meroving, I, pp. 83, 88; G. Tamassia, Egidio e Siagrio, in Riv. stor. ital., III (1886), p. 193 segg.