SIBERIA (XXXI, p. 630)
Le unità politico-amministrative comprese nel territorio tradizionalmente considerato come Siberia hanno subìto ripetute e profonde modificazioni dopo il 1933. D'altronde, anche l'accezione del nome Siberia è mutata, ed anzi il suo uso, conservato nei primi tempi del regime sovietico, è ormai cessato con le nuove circoscrizioni della repubblica federale socialista sovietica russa (v. russia, in questa App.), nella quale la vecchia Siberia rimane tutta compresa.
Territorialmente questa parte dell'URSS si è accresciuta dopo il 1944 dell'ex-repubblica di Tuva od Urjanchai (165.000 kmq. con circa 65 mila ab.) che ormai era solo di nome indipendeme, e, con la sconfitta giapponese, delle Curili (10.100 kmq.) e della metà meridionale dell'isola di Sachalin (36.090 kmq.), incorporate nel territorio (kraj) di Chabarovsk (2.765.400 kmq.). Nei limiti indicati al vol. XXXI, p. 631, la Siberia comprende ora (valori areali del 1939) due repubbliche autonome (quella dei Jakuti, rimasta territorialmente immutata rispetto al 1933, e quella dei Buriati-Mongoli, la cui superficie è ridotta a 331.400 kmq.); quattro kraj (Altai con 279.300 kmq.; Krasnojarsk con 2.143.800 kmq., che dai monti Saiani si spinge alla foce dell'Enisej; Chabarovsk, disteso lungo le rive del Mar di Ochotsk; e Primorskij, o Litoraneo, con 188.800 kmq., un po' più ampio della corrispondente regione del 1933); dieci oblasti (Čeljabinsk, Čita, Irkutsk, Novo Sibirsk, Omsk, Sverdlovsk, per i quali vedi i dati relativi all'area e alla popolazione nella voce russia, e inoltre: Kemerovo, Kurgan, Tomsk e Tjumen creati durante la guerra, e dei quali non si conosce l'ampiezza); quattro oblasti autonome (quella degli Ebrei con 36.800 kmq., vale a dire la metà del territorio del 1933, nel kraj di Chabarovsk; la Chakassia con 49.926 kmq., nel kraj di Krasnojarsk; l'Oiratija con 93.070 nel hraj dell'Altai; e Tuva che, dipendendo direttamente dalla RSFSR occupa virtualmente la posizione di una repubblica autonoma e conserva la sua divisione in khoshuny, o distretti); ed otto okrugi (circondarî nazionali), (Ostiaco-vogulico, dell'Evenkij, del Tajmyr, del Jamal; dei Coriaki; dei Ciukci e i due mongolo-buriati di Ust′-Ordyn e di Aginsk), di nessuno dei quali si posseggono dati di superficie.
Quanto alla popolazione, l'ultimo censimento sovietico risale al 1939 e le relative cifre (v. russia) non sono compatabili con quelle del precedente censimento del 1926, data la diversa base territoriale cui si riferiscono. Secondo i calcoli del Lorimer, che studia, anziché le singole unità amministrative, le grandi regioni naturali-economiche della Siberia, l'evoluzione demografica prebellica presenta le caratteristiche illustrate nella tab. alla pag. seguente.
Questi dati statistici mostrano che dal punto di vista demografico i fenomeni più importanti del periodo compreso fra i due censimenti (1926-39) sono il forte aumento della popolazione urbana e l'arresto o il debole incremento di quella rurale. Il primo fenomeno si traduce nello sviluppo dei centri urbani esistenti e nella creazione di nuovi centri; il secondo si spiega in parte col primo, che a sua volta presuppone l'aflusso di una notevole immigrazione. Per i maggiori nuclei urbani della Siberia vedi la tabella alla pag. seguente.
Questo generale e intenso sviluppo dell'urbanesimo riflette la rapida espansione dell'industria, del commercio e delle attività che ne vengono stimolate. Delle 49 città che in tutta l'URSS hanno almeno triplicato la loro popolazione fra il 1926 e il 1939 e contavano nel 1939 più di cinquantamila abitanti, 16 spettano alla Siberia. L'aumento della popolazione siberiana è stato sempre in rapporto con una immigrazione più o meno rigidamente pianificata; ma questo spostamento da O. ad E. di masse nell'interno dell'immenso dominio russo, che aveva avuto carattere spiccatamente rurale prima dell'avvento del regime sovietico, è ormai orientato quasi tutto in senso industriale. Ciò appare evidente dalle statistiche, che però si fermano al 1939; è ad ogni modo probabile che il femmeno si sia accentuato durante l'ultima guerra, per il forzato o volontario spostarsi delle popolazioni premute dall'avanzata germanica del 1941-1942.
Per analoga ragione, oltre che per esigenze strategiche, non solo venne potenziata e sviluppata l'industria di guerra del settore uralico, del triangolo Urali-Kuzneck-Karaganda (bacino carbonifero del Kuzbass ed industrie associate del settore di Novosibirsk), e della Siberia orientale (dalle miniere di carbone di Čeremchovo nel settore di Irkutsk lungo il confine mongolo e manciuriano ai bacini dell'Amur e dell'Ussuri), ma furono accertate, con nuove esplorazioni intensive, le riserve locali di materie prime, risultate anche maggiori delle previste (il solo bacino di Irkutsk, ad es., racchiude circa 1/3 delle riserve di carbone di tutta l'URSS).
D'altra parte, mentre questo progresso industriale seguitava a concentrarsi, in sostanza, nella ristretta fascia di più alta densità di popolazione, lungo la Transiberiana e le sue diramazioni (nei bacini dell'Irtyše dell'Ob′, e in quello Amur), un notevole impulso economico veniva impresso anche in taluni settori delle estreme regioni settentrionali, il cui tradizionale isolamento viene un po' per volta spezzandosi con lo sviluppo delle comunicazioni (vie automobilistiche ed aeree, navigazione lungo l'Oceano Artico). Così, ad es., una lunga autostrada raggiunge da Magadan, sul Mar di Ochotsk, attraverso aspre montagne, la zona aurifera coltivata lungo il Kolima, oltre il Circolo Polare (un altro settore aurifero in rapido sviluppo si è creato nel bacino dell'Aldan, a sud-ovest di Jakutsk, città che dopo il 1939 ha con tutta probabilità superato i cinquantamila a bitanti).
Le regioni lungo l'Artico, anzi, sono state, negli ultimi anni, al centro dell'attenzione così del governo sovietico, come del gran pubblico, data la straordinaria energia con cui si è cercato e si cerca di superare le difficili condizioni ambientali per mettere in valore l'enorme estensione di terre sino a poco tempo fa quasi del tutto inutilizzate. La guerra ha accelerato, anche qui, i tempi. Soprattutto notevole è la trasformazione già compiuta nel bacino dell'Enisej (porto di Igarka; scalo di Dudinsk, congiunto con ferrovia a Noril′sk, città di 30.000 abitanti sulla Pjasina, in piena zona della tundra, divenuto centro di un Kombinat polimetallico, che ha accresciuto le riserve sovietiche di molibdeno, mercurio, zinco, rame, platino, nichelio, ecc.), e nella regione dell'Estremo Oriente, la cui posizione strategica ha determinato la creazione di una nuova economia regionale, destinata ad un ulteriore, largo sviluppo (agricoltura e allevamento nel bacino dell'Amur, pesca marittima nella zona del Primorskij, caccia agli animali da pelliccia, industrie del legno, estrattive, con carbone, petrolio, zinco ecc.).
Nonostante i progressi compiuti, quello delle comunicazioni rimane ancora il problema più grave in tutta la Siberia, e in particolare nel suo settore centrale e settentrionale. Della prevista nuova Transiberiana (v., in questa App.), che rispondeva essenzialmente ad esigenze militari, ma era destinata anche ad una funzione economica stimolante, non si hanno notizie precise; la nuova situazione politica creata dalla sconfitta giapponese, più che le difficoltà della guerra, ne hanno forse procrastinato il compimento, fissato dai piani per il 1943.
Per particolari informazioni statistico-economiche, che sono di regola date globalmente per l'intera repubblica russa, vedi anche la voce urss, in questa Appendice.
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