Sibir
Khanato fondato alla spartizione dei territori dell’Orda d’oro, nel 15° sec., da mongoli non discendenti da Genghiz Khan e comprendente la regione della Siberia occidentale, con capitale inizialmente a Chimgi Tura, successivamente spostata a Sibir (Qashliq, Isker) sull’Irtysh. La dinastia regnante (Taibugidi) dovette difendersi a più riprese dagli attacchi dei Shaybanidi che controllavano la Transoxiana: questo provocò fino alla metà del secolo successivo un’alternanza alla guida del khanato. Quando lo zar Ivan IV distrusse e occupò i khanati di Kazań (1552) e Astrakhań, il khan di S., Yadegar, instaurò rapporti con Mosca, ma nel 1554 fu attaccato dal shaybanide Quchum che riuscì a prenderne il posto (1563). Quchum, con il tentativo di propagare l’islam tra i tatari e i continui attacchi alle frontiere, provocò la reazione dello zar russo e l’invio di un corpo di spedizione cosacco. La resistenza di Quchum divenne leggendaria: solo dopo la sua sconfitta nella battaglia sull’Ob΄ nel 1598, la Russia poté completare la conquista della Siberia (formalizzata con l’istituzione del Sibirskij Prikaz nel 1637).