SIDDHARṢI
. Prosatore e poeta indiano, vissuto nel sec. X d. C. Jaina di religione, contribuì alla dichiarazione e all'esaltazione della sua fede con commenti a opere filosofico-religiose e, particolarmente, con un grande romanzo allegorico (Upamitabhavaprapañcā kathā, "La novella allegorica della vita") in prosa intercalata da brani in versi.
In tale opera voluminosa, scritta in un sanscrito notevole per purezza di lingua ed eleganza di stile, sono narrate, in forma espositiva e dialogica, tutte le vicende che, secondo i principî della dottrina janica, l'anima, immortale, attraverso le sue innumerevoli migrazioni corporee (umane, animali, vegetali, minerali), gode o soffre, secondo i meriti o i demeriti accumulati nelle precedenti esistenze. Virtù, vizî, passioni alte ed ignobili, i cinque sensi con i loro allettamenti: tutto viene allegoricamente personificato nella colossale trama di Siddharṣi e fatto agire e reso arbitro del destino dell'anima nel suo interminabile peregrinare.
Edizione del romanzo a cura di P. Peterson e H. Jacobi (Calcutta 1899-1914). Trad. dei primi tre cap. di A. Ballini, Firenze 1904-1910 (Giornale d. Soc. As. It., XVII-XXIII).
Bibl.: A. Ballini, Contributo allo studio della Upam. bh. pr. k. di Siddharṣi, Roma 1907 (Rend. della R. Acc. di Lincei, XV).