SIERRA LEONE
. È una repubblica indipendente nell'ambito del Commonwealth dal 1961, costituita dall'unione dei territori sottoposti al regime di colonia (Freetown e dintorni) e di protettorato (regioni interne) da parte della Gran Bretagna, che ha concesso gradualmente l'autonomia e il passaggio dei poteri a esponenti locali fino alla completa indipendenza.
La popolaziohe era di 3.002.426 ab. al censimento del 1974 e aumenta a un ritmo più lento che negli altri paesi dell'Africa occidentale (coefficiente d'accrescimento annuo: 2%). La densità di popolazione, relativamente elevata, è mediamente di quasi 41 ab. per km2 sui 71.740 km2 di territorio, ma nella provincia della capitale supera i 350. La capitale, Freetown, conta 214.500 ab. (1974), e solo altre cinque città superano di poco i 10.000 ab.; la popolazione urbana ammonta a poco più del 10% del totale.
L'agricoltura ha nella S.L. un'importanza relativamente limitata; prevalgono di gran lunga le colture di sussistenza fra le quali ha grande importanza il riso (più di 5,8 milioni di q nel 1976), appena sufficiente al fabbisogno. In sviluppo la produzione di mais, di sorgo, di manioca, stazionaria quella del miglio. Numerosi sono i prodotti agricoli destinati all'esportazione; fra i principali sono il caffè, il cacao (rispettivamente 50.000 e 60.000 q nel 1976) e l'olio di palma. Trascurabili produzioni dànno l'allevamento e la pesca. Notevole è invece il peso delle risorse minerarie. La S.L. è al quinto-sesto posto nella graduatoria mondiale dei produttori di diamanti sia industriali che preziosi (1,7 milioni di carati nel 1975). Rilevante è anche l'estrazione di minerali di ferro a buon tenore metallico (60%) che si aggira su 1,5 milioni di t di Fe contenuto. Sono estratti altri metalli, anche rari e preziosi: bauxite, cromite, platino, rutilo; l'escavazione di minerali auriferi, un tempo rilevante, è stata quasi abbandonata per l'esaurirsi dei giacimenti. L'industria, se si esclude l'attività di prima trasformazione dei prodotti agricoli e minerari, è scarsamente presente; sono quasi tutti localizzati attorno alla capitale gl'impianti chimici, i cementifici e l'unica raffineria di petrolio.
La rete delle comunicazioni consta di più di 7000 km di strade e di circa 600 km di ferrovie, integrate dalla possibilità di navigazione sul corso inferiore dei fiumi per 800 km complessivi. Freetown ha un porto relativamente importante che ha accolto, nel 1975-76, un traffico di 1,6 mil. di t; Pepel è il principale porto d'imbarco dei minerali. Le più intense relazioni commerciali si svolgono con la Gran Bretagna; la bilancia commerciale presenta un deficit costante. Il reddito annuo pro capite è assai basso: 148 dollari SUA nel 1971.
Bibl.: J. A. B. Horton, West African countries and peoples, Edimburgo 1969; A. Seck, A. Mondjannagni, L'Africa occidentale, Milano 1970; H. P. White, M. B. Gleave, An economic geography of West Africa, Londra 1971; N. P. Iloeje, A new geography of West Africa, ivi 1972.
Storia. - All'atto dell'indipendenza (27 aprile 1961) il governo della S.L. era retto da una coalizione (United Front, UF), presieduta dal conservatore M. Margai esponente del S.L. People's Party (SLPP). Governatore generale, rappresentante cioè del sovrano britannico, capo dello Stato, divenne l'africano H. Lightfoot-Boston, già speaker del Parlamento, mentre S. Stevens, esponente dell'All People's Congress (APC), prese la guida dell'opposizione. Alla morte di M. Margai, nel 1964, gli successe il fratello Albert, il cui governo autoritario e inefficiente provocò l'ascesa dell'opposizione (APC) specialmente fra i giovani e i Creoli, mentre i capi tradizionali appoggiavano il SLPP. Nelle elezioni del marzo 1967, svolte in un clima di confusione e tensione, il SLPP perse la maggioranza; ma un colpo di stato militare, promosso inizialmente da D. Lansana, impedì a S. Stevens di formare il nuovo governo.
Sospesa la Costituzione e aboliti i partiti, un Consiglio Nazionale Riformatore (NRC) di 7 membri, con a capo il col. T.A. JuxsonSmith, proclamò la lotta alla corruzione ed emanò provvedimenti per la ripresa dell'economia. Mentre il NRC indugiava nella promessa restaurazione del governo civile, nell'aprile 1968 intervenne con tale intento un altro gruppo militare: S. Stevens formò il nuovo governo, mentre il SLPP costituì l'opposizione parlamentare; tensioni e disordini continuarono sullo sfondo di antagonismi tribali e difficoltà economiche (dal novembre 1968 al febbraio successivo fu in vigore lo stato di emergenza). La tensione fu rinnovata nel 1970: in settembre si formò un nuovo partito di opposizione (United Democratic Party), presto bandito, con nuovo stato di emergenza.
Negli anni seguenti sono stati denunciati tentativi di colpi di stato e attentati alla vita di S. Stevens, spinto a segnare un accordo di mutua difesa con la Guinea, che ha inviato un contingente di truppe. Il 19 aprile 1971 è stata proclamata la Repubblica (Stevens presidente e S.I. Koroma primo ministro). Dopo le elezioni del maggio 1973, quando il SLPP non ha potuto presentare candidature, si è instaurato di fatto un partito unico. Nel 1975 - mentre venivano giustiziati otto responsabili di un complotto tentato l'anno prima - una modifica costituzionale ha scisso le due cariche di vicepresidente e di primo ministro: S.I. Koroma manteneva la prima, consolidando la sua posizione di potenziale successore alla presidenza, e assumeva insieme il dicastero delle Finanze, mentre C.A. Kamara diveniva primo ministro. Il 12 giugno 1978 l'APC - vincitore delle elezioni del 1977 - è stato dichiarato partito unico; un governo di unità nazionale ha accolto esponenti di tutte le forze politiche. In politica estera la S.L. - abbandonata la linea filoccidentale - ha stretto negli ultimi anni più saldi rapporti con i paesi comunisti (aiuti dalla Cina che sta realizzando rilevanti opere pubbliche); ha stipulato importanti accordi con la Libia, che fornisce petrolio e aiuti; ha intensificato la cooperazione economica con la Liberia.
Bibl.: C.H. Fyfe, A history of Sierra Leone, Oxford 1962; M. L. Kilson, Political change in a West African State. A study of the modernization process in Sierra Leone, Cambridge 1966; R. G. Saylor, The economic system of Sierra Leone, Londra 1968; G. J. Williams, A bibliography of Sierra Leone, 1925-1967, ivi 1971; A. P. Kup, Sierra Leone. A concise history, ivi 1975; J. R. Cartwright, Political Leaderhisp in Sierra Leone, ivi 1978.