SIFNO (Σίϕνος; A. T., 82-83)
Isola della Grecia, nel gruppo delle Cicladi. Di forma subtriangolare, allungata da NO. a SE. (lunghezza km. 17, larghezza massima km. 8, superficie kmq. 89), si eleva da un mare profondo oltre 200 m., e ha coste generalmente alte e minutamente frastagliate, le quali però non offrono buoni approdi. L'isola è montuosa e raggiunge nella parte centrale (M. del Profeta Elia) 695 m. d'altezza; nella parte orientale si stende un fertile altipiano, elevato circa 250 m., sul quale si concentra la popolazione. Sifno è costituita in gran parte da potenti masse di calcari marmorei, con intercalazioni di scisti. È ricca di minerali di ferro, di piombo (galena argentifera) e di zinco.
L'altipiano orientale è ben coltivato (cereali, vite, olivo, frutta, ecc.). La popolazione, assai diminuita nell'ultimo secolo (3348 ab. nel 1928), si ripartisce fra molti piccoli villaggi; il capoluogo è Apollonia, situato presso la costa orientale.
Ultima di quelle anticamente abitate da Ioni immigrati dall'Attica, a nord di Cimolo e di Melo colonizzate da Dori, deve la sua fama e la sua ricchezza nell'antichità alle sue celebrate miniere d'oro e d'argento, lo sfruttamento delle quali, suddivise fra tutti gli abitanti, spiega la ragione delle antichissime coniazioni monetali dell'isola (v. fig.), e della possibilità di questa di erigere nel santuario di Delfi un Tesoro, per niente inferiore ai tesori delle grandi città della Grecia, i frammenti della cui decorazione architettonica e scultorea hanno restituito alcuni tra i più preziosi documenti della plastica ellenica arcaica.
Sul colle di S. Andrea, a sud-est dell'odierna località di Apollonia, si sono rimessi in luce i resti di una cospicua città, racchiusa in una doppia cinta di mura, e di una necropoli, della civiltà preistorica cicladica, con suppellettili assai simili a quelle delle vicine isole di Siro, Paro e via dicendo. La città greca antica giaceva in posizione assai ben fortificata su un promontorio collinoso unito alla costa solo da uno stretto istmo, nel luogo dell'attuale paese di Kástro, o Serália. Il rigoglioso sviluppo della città nel periodo arcaico fu interrotto momentaneamente da una distruzione operata nel 525 a. C. da profughi di Samo, avvenimento dalle leggende elleniche interpretato come una vendetta di Apollo per l'avarizia dei Sifnî. Questi rifiutarono la sottomissione a Serse, e presero parte con gli altri Greci alla battaglia di Salamina. In seguito l'isola fu membro della prima Lega delio-attica, pagando da principio un tributo di 3 talenti, portato durante la guerra del Peloponneso a ben 9 talenti, come pure della seconda Lega, dopo il 378 a. C. In epoca macedonica la floridezza di Sifno declinò rapidamente; sotto Alessandro il Grande essa è nominata come base navale; ancora nel 324 d. C. ci appare, nell'ambito dell'Impero Romano d'Oriente, annessa all'eparchia delle isole.
Bibl.: L. Ross, Inselreisen, I, Stoccarda 1840, p. 139 segg. (nuova ed., Halle 1912, p. 119 segg.); Γκιών, ‛Ιστορία τῆς νήσου Σίϕνου, Sira 1876; L. Pollak, in Ath. Mitt., XXI (1896), p. 203 segg.; A. Philippson, Beitr. zur Kenntniss der griech. Inselwelt, Gotha 1901, p. 58; Bürchner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, col. 263 segg. Sugli scavi della città cicladica, v. Ch. Tsountas, in 'Εϕημ. 'Αρχ., Atene 1899, p. 73 segg.; P. Kavvadias, Προϊστορικὴ 'Αρχαιολ., Atene 1909, p. 387. Sui resti ellenici, J. Dragatsis, in Πρακτικά, 1915, p. 96 segg.; 1920, p. 147 segg. Sulle miniere antiche, J. Th. Bent, in Jour. Hell. Studies, VI (1885), p. 195 segg.