SIGAMBRI (Sigambri, Sygambri e Sicambri)
Popolo della Germania, abitante sulla destra del Reno a sud della Lupia (Lippe). Godevano fama di essere fra i più fieri e bellicosi dei Germani, e invero i loro rapporti con i Romani furono sempre improntati a ostilità, fino a che furono vinti, e sterminati o trasferiti altrove, da Tiberio; sì che di essi dopo questo tempo non si ha più notizia, pur rimanendo il nome sia alle coorti ausiliarie formate in origine di elementi tratti dalle loro tribù, sia anche quasi simbolo della stirpe germanica e della sua costante inimicizia verso Roma.
La prima memoria dei Sigambri è in Cesare, quando essi accolsero nel loro territorio gli Usipeti e i Tencteri sconfitti, obbligando così Cesare a passare il Reno e ad assalirli; ma dall'assalto essi si salvarono, fuggendo verso oriente (55 a. C.). Due anni dopo furono loro a invadere il paese degli Eburoni sulla sinistra del Reno, e a battere i Romani. Nel 16, fra i primi a ribellarsi, ebbero grande parte nella sconfitta di M. Lollio; venuti a patti, consegnarono ostaggi; ma si ribellarono ancora quattro anni dopo, sì che Druso ripetutamente li assalì e li distrusse in buona parte. Quando nell'8 a. C. Tiberio assunse l'impresa della conquista della Germania, rimasta interrotta per la morte di Druso, i Sigambri furono tra coloro che si rifiutarono di fare atto di sottomissione; il generale romano li obbligò all'obbedienza, sterminandoli in parte, e in parte trasportandoli di qua dal Reno, dove sono forse da identificare con quelli che più tardi si dicono Cugerni. I pochi rimasti sulla destra del fiume si confusero con i popoli vicini.
Bibl.: Schönfeld, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV A, Stoccarda 1931, col. 659 segg.; v. anche germania: La provincia romana (XVI, p. 760).