SIGE (Σίγη, Silentium)
Personificazione del Silenzio, le cui raffigurazioni sono state identificate in figure femminili nude, con la mano o il dito della mano destra portata alla bocca, usate come amuleti.
Secondo lo Ziehen, sarebbero frequenti le rappresentazioni di S., raffigurata in questo aspetto, sui rilievi cultuali (v.) del cosiddetto Cavaliere trace. Il gesto non mirava tanto ad imporre il silenzio quanto ad impedire che uscissero dalla bocca parole contrarie alla glorificazione della divinità e assumevano in tal modo il valore di un segno apotropaico. Di sicura origine egiziana, il κατασιγάξων δάκτυλος si trova sui geroglifici di Arpocrate (v.) che deve a questo la fama di dio del Silenzio presso i Greci e i Romani. In realtà anche il gesto di Arpocrate invita i fedeli a non divulgare la rivelazione che egli trasmette. I cristiani di Oriente se ne impadronirono e ne è segnalato l'uso presso sette considerate ereticali di Oriente. Viene introdotto nella iconografia occidentale, specie nella raffigurazione degli Apostoli, probabilmente attraverso il tramite dell'arte copta (Bawit, cappella 28).
Bibl.: O. Jahn, Aberglaube des bösen Blicks, Berlino 1855, p. 47 ss.; C. Sittl, Die Gebärden der Griechen und Römer, Lipsia 1890, p. 214, nota i; J. Ziehen, Die Kultdenkmäler des sog. "Trakischen Reiter", in Arch. Anz., XIX, 1904, p. 14 ss.; H. Smidt, Veteres Philosophi quomodo iudicaverint de precibus, Londra 1907, p. 64 ss.; A. Dieterich, Eine Mithrasliturgie, Lipsia-Berlino 1910, p. 42; Höfer, in Roscher, IV, 1909-15, c. 817, s. v.; A. Grabar, Une fresque visigothique et l'iconographie du silence, in Cahiers Archéologiques, I, 1945, p. 124 ss.