SIWERTZ, Sigfrid
Poeta e romanziere svedese, nato a Stoccolma il 24 gennaio 1882. Dal 1932 è membro dell'Accademia Nobel. Fu prima sotto l'influenza di Schopenhauer, poi di Bergson, infine di Freud. E fra l'incrociarsi di questi varî orientamenti, ebbe una formazione poetica complessa e lenta.
Prima novelliere di tono lirico-sentimentale (Margot, 1906; Cirkeln, 1907; De gamla, 1909); poi novelliere e romanziere volto a dar risalto alla problematicità dell'esistenza nel conflitto fra gl'impulsi interiori dell'individuo e la meccanica rigidità della convivenza sociale (Ämbetsman på äventyr, 1912; En flanör, 1914; Eldens återsken, 1916; Noveller, 1918; Ställverket 1921; En handfull dun, 1922), ebbe a un tratto un'estrosa ispirazione di poesia con la storia di ragazzi Mälarpirater (1911; e v. anche la continuazione Saltsjöpirater, 1931), piena di fresche impressioni di natura e d'istintiva gioia di vivere. La sua opera maggiore è il romanzo Selambs (1920), storia di una famiglia, nella quale - sullo sfondo della guerra mondiale - l'urto degli egoismi umani nell'avidità di ricchezza e di godimento è rappresentato con analisi spietata. Seguirono altri romanzi sociali (Hem från Babylon, 1924; Det stora varuhuset, 1926; Jonas och draken, 1928), novelle (Reskamraterna, 1930), descrizioni di viaggio. La raccolta Ekotemplet (1930) contiene forse i momenti più schietti della sua lirica; così come Jag har varit en tjuv (1931) - v. le sue precedenti commedie: Storm i vattenglas, 1911; Trions bröllop, 1930, ecc. - è forse, fino ad oggi, il momento di più poetica originalità nella sua opera teatrale.
Bibl.: S. Stolpe, S. S., Stoccolma 1933.