significanza
Il termine in D. occorre due volte nel Convivio, col valore di " significato " di un nome: III XI 2 conviensi qui, prima che più oltre si proceda... dire che è questo che si chiama Filosofia, cioè quello che questo nome significa... E prima dirò chi questo nome prima diede; poi procederò a la sua significanza; e 6 Onde si può vedere, considerando la significanza del primo e del secondo vocabolo, che Filosofia non è altro che amistanza a sapienza, o vero a sapere: cioè, considerando i due vocaboli che compongono la parola ‛ filosofo ' (‛ philos ' e ‛ soph[os] '), e tenendo presente che da ‛ filosofo ' nasce lo vocabulo del suo proprio atto, Filosofia, si può determinare e precisare il " significato " del termine ‛ filosofia '.
Derivato dal latino significantia, attestato da Quintiliano in poi, il termine è innanzi tutto assunto nel senso di " capacità significativa " (di un nome o di una oratio), che si manifesta nell'‛ atto ' di ‛ significare ': cfr. Ilario di Poitiers De Trin. II 5 (Patrol. Lat. X 54b): Dio è trascendente " extra significantiam sermonis... Verborum significantiam rei ipsius natura consumit "; Boezio In Aristotelis Periermeneias prima editio, ediz. C. Meiser, Lipsia 1877, 49: " In his [nomi] vero quae composita sunt [es. ‛ respublica '], quoniam ex duobus significativis [cioè, ‛ res ' e ‛ publica '] in unam significantiam rediguntur, vult [Aristotele] quidem significare aliquid pars, sed nihil separatum designat "; p. 73: le enunciazioni categoriche risultano costituite grazie soprattutto al verbo: " eorumque ponit [Aristotele] exemplum, in quo cum plura sint nomina, nisi addito tamen verbo in enuntiationis proprietatem et significantiam non venit... ". Dalla designazione della funzione significativa, s. passa poi alla designazione del ‛ significato ', com'è in Dante.