signoraggio
È vocabolo attestato solo in Rime dubbie XXIV 7 In due voler travagliami il coraggio / ... l'un vol ch'io ami donna di paraggio / ... l'altro, ha di me... par signoraggio, / vol che di lei non sia benevogliente. È
Come termine storico, questo gallicismo indicava il complesso dei doveri che il signore aveva verso il vassallo; assunto nella lirica cortese, dov'è largamente attestato (cfr. Arrigo Testa Vostr'argoglosa ciera 23 " così à l'amore in uso per fermo sengnoragio "; Rinaldo d'Aquino Per fino amore vao 41 " quello ch'assai c'è stato / senza mal fare, mal fa signoraggio "), prese, come qui, l'accezione più generica di " dominio ", " signoria ". Anche con riferimento ai problemi connessi con l'autenticità della lirica (per i quali v. Barbi-Pernicone), occorre osservare come il vocabolo s'inserisca in un frasario guittoniano-gallicizzante (coraggio, paraggio, avvenente, benevogliente) assai vicino ai modi di Dante da Maiano.