SIKINOS (ἡ Σίκινος)
Piccola e selvaggia isola delle Cicladi meridionali, tra Pholegandros ad O e Ios ad E; misura 14 miglia quadrate e mezzo. Sappiamo che nel 425-4 a. C. pagava 1000 dracme di tributo; dopo la sconfitta degli Ateniesi ad Egospotami, passò sotto l'egemonia spartana. Nel 378 appare membro della seconda Lega Navale Attica.
La città era nell'interno dell'isola sulle pendici del monte detto Haghia Marina, la cui pendice occidentale cade a picco sul mare. Il Ross aveva trovato mura di terrazzamento, cisterne, mura di fondazione, frammenti di ceramica. La necropoli si stendeva all'intorno, specie sulla pendice meridionale dove si sono trovate urne e altri resti di vasi. Ad E della città antica è un tempio antico, trasformato in chiesa, che fu visitato e descritto da Pasch van Krienen nel 1771, poi dal Ross nel 1837, che lo identificò con il tempio di Apollo Pizio in base ad un'iscrizione, inserita in tarde costruzioni vicine e che consiste in un decreto di prossenia in onore di Eschilo di Paro, posta nel santuario di Apollo Pizio, datandola con il tempio verso la fine del III o l'inizio del II sec. a. C. Un disegno del tempio fu pubblicato da Th. Hansen, e A. Schiff nel 1896 avanzò l'ipotesi che fosse uno heròon. Una ricognizione di H. Thompson e J. Travlos nel 1966 ha portato ad un rilievo e a uno studio accurato. È un distilo in antis di ordine ionico ma con capitelli dorici, sorge su una terrazza con scalinata di quattro gradini sulla fronte. Lo stilobate misura m 7,16 × 10,40; la cella m 5,32 × 5,96, il pronao m 3,20 × 5,80. Le mura sono di blocchi di marmo grigio-bluastro con calce, senza ortostati e senza filari regolari, con più accuratezza e regolarità agli angoli frontali, nelle ante. I fusti delle due colonne sono di marmo bianco, le basi di tipo attico e i capitelli dorici sono del marmo delle mura; l'architrave ha due fasce, coronato da modanature ad ovoli, da un cavetto e da una fascia; un simile coronamento ha il fregio, che è molto convesso; la cornice è a dentelli. L'architrave è alto m 0,43, il fregio m 0,35, la cornice misura m 0,24, in totale la trabeazione misura m 1,02. Blocchi sparsi della sima con cyma recta misurano m 0,21 di altezza. Il pavimento e il soffitto del pronao sono di lastre di marmo con travi marmoree. La porta della cella è alta m 3,53, larga m 1,70 in basso, m 1,55 in alto, la soglia è un unico blocco di marmo lungo m 2,36, largo 0,85. La cella è stata rimaneggiata per l'istallazione della chiesa. Due camere a vòlta si trovano sotto la cella. Sullo stipite destro della porta della cella è incisa un'iscrizione metrica, I. G., xii, 5, 30: un epigramma funerario di una donna, databile tra il II e il III sec. d. C. Una mezza statua maschile acefala in tunica ed himàtion, del III sec. d. C., giace a 50 m dal tempio, e Ross ne descriveva due di questo tipo, una maschile e una femminile, dicendole busti. La statua con la testa veniva a misurare un metro di altezza e poteva con l'altra esser collocata nel frontone alto m 1,40. La tecnica della costruzione, con l'uso di calce, l'ordine eclettico, il fregio convesso, l'iscrizione inducono a riconoscere nel tempietto uno heròon costruito nella prima metà del III sec. d. C., simile ad altri dell'Asia Minore, dove questo tipo si sviluppa nel II sec. d. C., eretto per un cittadino influente dell'isola. Lo heròon fu trasformato in chiesa nel VII secolo.
Bibl.: Bürchner, in Pauly-Wissowa, II A, 1923, c. 2523; con la bibl. precedente; A. Frantz, H. Thompson, J. Travlos, The "Temple of Apollo Pythios" on Sikinos, in Am. Journ. Arch., 73, 1969, pp. 397-422.