SILANDRO (A. T., 24-25-26)
Borgo della provincia di Bolzano, centro principale della Val Venosta, situato a 721 m. s. m. in bella posizione aprica, sul conoide del Rio di Silandro, affluente di sinistra dell'Adige, ai piedi del boscoso Monte di Mezzodì. Il comune, dell'area di 115,21 kmq., di cui 15,42 lavorabili e che comprende oltre il capoluogo altre 3 frazioni, conta 4007 ab. dediti quasi tutti all'agricoltura (cereali, patate, frutteti, castagneti e anche vigneti) e all'allevamento di bovini e di ovini: assai estesa infatti è l'area dei prati e dei pascoli. Il centro principale ha 1997 ab. e si presenta come una linda cittadina raccolta fra il verde dei frutteti e dominata dall'alto campanile gotico della cattedrale, dall'acutissima punta lievemente inclinata. Caratteristiche le vecchie case merlate, ricche di cortili e di portici. Sulla ferrovia della Venosta, dista 37 km. da Merano e 64 km. da Bolzano.
Silandro, già capoluogo di mandamento, dalla diocesi di Coira, passato nel 1818 a quella di Trento, è ricco di monumenti d'arte sparsi per i ridenti paeselli della vallata. Le cave di marmo bianco di Lasa facilitarono lo sviluppo dell'architettura, della quale è saggio l'abside romanica della chiesa del villaggio stesso di Lasa, ravvivata di sculture. Ma anche le altre chiesuole del circondario - alcune delle quali di remota antichità - assumono una fisionomia tutta caratteristica, non di rado in evidente rapporto con l'artigianato comacino. Frequenti sono i vecchi turriti castelli, che nei loggiati interni richiamano da vicino il Rinascimento italiano. Più tardi la scultura gotica si sbizzarrisce nei ricchi altaroli gotici intagliati e traforati (magnifici esemplari a Laces), i quali coincidono col fiorire dell'arte pittorica, tanto a tempera quanto a fresco. Sotto tale riguardo, uno dei monumenti più caratteristici è costituito dalla chiesuola di S. Stefano, presso il castello di Montani, di proprietà demaniale. A Silandro stessa meritano menzione anche gli affreschi barocchi del Mölkh.
Bibl.: J. Weingartner, Die Kunstdenkmäler des Etschlandes, IV, Vienna 1930.