SILCHESTER (Calleva Atrebatum)
Centro della Britannia meridionale, ai confini dello Hampshire e del Berkshire (Ptol., ii, 3, 12), era la capitale delle tribù di una comunità belgica semiromanizzata, e la sede di una zecca regia, prima della conquista romana.
Sono state scoperte tracce di fortificazioni preromane. Nodo stradale della prima via romana da Clausentum alla costa S con diramazioni a E, O, N (Itin. Ant., 478, 3; 484, 10; 485, 7; 486, 7, 8; Geogr. Rav., 427, 17). Si hanno iscrizioni del II e III sec. d. C. (C.I.L., vii, p. 16). Le mura romane esistenti, che circondano un'area di circa 40 ettari furono costruite fra il 160-170 in sostituzione, ma sul medesimo tracciato, di un aggere di terra e di un fossato, quando la popolazione della città si era molto ridotta di numero; infatti i terrapieni che seguono esternamente la linea delle mura ad una distanza in media di 180 m da esse, contenevano ceramica dell'epoca di Claudio e segnano i limiti della città romana quali erano stati stabiliti subito dopo l'invasione. Il piano stradale rettangolare, a "scacchiera", non fu imposto alla città che verso il 90-120 d. C.: di conseguenza parecchi fabbricati non sono allineati con le strade.
Sono attualmente visibili sopra il livello del suolo solo i terrapieni e le mura, ed anche una depressione che indica il luogo dell'anfiteatro poco fuori l'angolo orientale di quelle. Tuttavia la rete stradale (che si estende al di fuori delle mura) e i contorni del Foro ecc., possono essere chiaramente distinti nella veduta aerea. Il forum e la basilica occupavano le insulae centrali; oltre a case e a botteghe, la città possedeva una locanda (?), terme pubbliche, parecchi templi, e un minuscolo edificio absidato che può essere stato una chiesa cristiana.
Bibl.: A Short Guide to the Silchester Collection in the Reading Museum, Reading 1927; M. A. Cotton, in Archaeologia, XLIII, 1947, pp. 121-167; G. C. Boon, Roman Silchester, Londra 1957; J. M. C. Toynbee, Art in Roman Britania, Londra 1962, passim.