SILICIO (XXXI, p. 770)
È ben nota l'importanza del s. in metallurgia: da un canto, quale elemento desossidante e di aggiunta di acciai e ghise e di moltissime leghe non ferrose (bronzi e ottoni speciali, leghe leggere, ecc.) e dall'altro come riducente nei processi metallo-termici per la preparazione di altri metalli. Anche l'industria chimica se ne serve come materia prima per la preparazione di composti, i siliconi, di largo impiego commerciale. Grazie a queste applicazioni si è avuto un notevole incremento della sua produzione, sia sotto forma di ferro-leghe e altre leghe-madri, sia di metallo grezzo. Sotto un aspetto completamente diverso, il s. è pure importante per l'impiego, che se ne fa da circa 25 anni, come semiconduttore per la fabbricazione di diodi, raddrizzatori, rivelatori di particelle, transistori, circuiti integrati, ecc. Per queste ultime applicazioni è necessario s. di titolo elevatissimo, con meno di una parte per milione di impurezze, la cui produzione anche se quantitativamente modesta rispetto all'altra, trattandosi solamente di alcune decine di t/anno, è senza dubbio di altissimo valore per la raffinatezza delle tecniche che vi s'impiegano. Può essere preparato sottoponendo il metallo grezzo a successive, e spinte, raffinazioni con una speciale versione del metodo della fusione per zone, oppure ricorrendo a processi diversi, come la decomposizione termica del triclorosilano SiHCl3 e del tetraioduro SiI4 molto puri, o la riduzione con idrogeno del tetracloruro SiCl4, a temperature di oltre 1000 °C.
W. R. Runyan, Silicon semiconductor technology, New York 1965.