PICCININI, Silla
PICCININI (Pecennini, Peccenini), Silla (Scilla). – Ignoti sono gli estremi biografici di questo pittore, che risulta documentato per la prima volta a Perugia nell’ottobre del 1563 (Archivio di Stato di Perugia, Notarile, Rinaldo Rossi, prot. 1434, c. 219r; Teza, 1987, p. 804)
Nella prima opera nota, gli affreschi del santuario della Madonna della Stella a Paciano (nei pressi di Perugia), firmati e datati 1579 (Mancini, 1983, p. 46) – raffiguranti la Crocifissione e le Stimmate di s. Francesco (nell’unica cappella destra della chiesa), e l’Adorazione dei pastori e la Strage degli Innocenti (nell’unica cappella sinistra della chiesa) menzionati in rapporto al maestro già da Gnoli, che tuttavia non ne riferì l’iscrizione (1923, p. 317) –, si evidenzia, in particolare nell’Adorazione dei pastori, come già osservato da Francesco Federico Mancini (1983, p. 2), una stretta dipendenza dai modi del pittore marchigiano Giovan Battista Lombardelli, di cui Piccinini ripropone qui il facile eclettismo, capace di riunire in un linguaggio duttile e spigliato svariate tendenze del manierismo tosco-romano, con esiti di immediata comprensione e di fresca vivacità narrativa.
Nel 1585 l’artista si iscrisse alla Matricola dei pittori perugini per Porta S. Angelo (Perugia, Biblioteca Augusta, Matricola dei pittori, ms. 961, c. 40r; Gnoli, 1923, pp. 316 s.). Nello stesso anno realizzò anche due affreschi nella chiesa di S. Manno, nei pressi di Perugia: una Madonna col Bambino tra i ss. Giovanni Battista e Manno e un Padre Eterno tra i ss. Pietro e Paolo; la data di questi affreschi, oggi scomparsa, fu annotata con puntualità da Serafino Siepi nella Descrizione della città di Perugia (1822, p. 706). Sempre tra il 1584 e il 1585 Piccinini intervenne anche nel cantiere di S. Fortunato a Perugia, realizzando un drappellone raffigurante l’Assunzione della Vergine, oggi disperso, e una tela con la Madonna in trono tra i ss. Fortunato e Giorgio, ricordata già da Giovan Francesco Morelli (1683). Nel 1587, in S. Maria Nuova, eseguì gli affreschi (ancora in loco) della Vergine e il Bambino tra i ss. Antonio abate e Filippo Benizzi e l’Incoronazione della Vergine (Gnoli, 1923, p. 317).
Successiva fu la sua partecipazione alla vasta impresa decorativa del complesso abbaziale di S. Pietro a Perugia. Seppure non sia stato fino ad oggi rintracciato alcun documento diretto relativo a tale commissione, è possibile che sia esistito un progetto unitario, portato a termine tra il 1591 e il febbraio del 1611, vale a dire negli anni in cui era abate Giacomo da S. Felice da Salò (Mariotti Puerini, 1981, pp. 336 s.). In S. Pietro Piccinini realizzò, sotto la supervisione di Giovan Battista Lombardelli, direttore del cantiere dal dicembre 1591 all’aprile-maggio 1592, sei delle sette Virtù nelle vele absidali (la settima spetta invece a Lombardelli), l’immagine del Padre Eterno nella volta ed otto figure di Evangelisti nelle vele (Orsini, 1784, p. 24).
In questi affreschi, dove si registra la massima adesione dell’artista al gusto baroccesco e alla maniera duttile e disinvolta di Lombardelli, emergono anche, come notato da Amelia Mariotti Puerini (1981, p. 335) quali sigle inconfondibili del suo linguaggio, quella spigliatezza e quel carattere estroso e libero che subentrano alla componente devozionale della fase iniziale (Mariotti Puerini, 1981).
Secondo Mancini (1983, p. 27) fu proprio Piccinini ad assumere il ruolo di coordinatore all’interno di un altro cantiere di cultura baroccesca già diretto dal marchigiano Lombardelli – la decorazione della cappella dell’Annunciazione, di patronato Coli-Pontani, nella chiesa di S. Maria degli Angeli presso Assisi –, lasciato incompiuto a seguito della morte dell’artista, avvenuta il 23 luglio 1592, che aveva ricevuto la commissione da Laura Pontani il 16 maggio 1592 (Mancini, 2011). La morte di Lombardelli non arrestò la decorazione della cappella, portata a termine dalle stesse maestranze che avevano affiancato il maestro a S. Pietro. In particolare a Piccinini sono stati riferiti gli Angeli reggighirlanda al centro dell’arco d’ingresso, quattro dei sei riquadri con i Miracoli di s. Francesco, oltre all’ideazione e in parte all’esecuzione dei due grandi laterali raffiguranti la Cessione della Verna e la Processione del perdono (Mancini, 1983, p. 29): tutte scene caratterizzate da un tono piacevolmente narrativo.
Firmata e datata 1598 è la Pentecoste della parrocchiale di Castel Rigone. A questa opera è stata affiancata «per evidenti affinità di concezione» l’Ultima Cena della chiesa di S. Giovanni Battista in Prugneto (Colle Umberto, Perugia) (Barroero - Casale - Falcidia, 1980, p. 404). Per Teza «una grazia di tipo neoparmense, coltivata attraverso modelli senesi (Marco Pino, Salimbeni, Casolani)» (1987, p. 804) caratterizza anche la tela, nella Pinacoteca comunale di Assisi, raffigurante Gesù nel Tempio, attribuitagli da Filippo Todini e Bruno Zanardi (1980) e forse a torto collocata nell’ultimo periodo della sua produzione da Amelia Mariotti Puerini (1981).
Un tono piacevolmente narrativo caratterizza anche gli affreschi della sala dei Legisti in palazzo Baldeschi a Perugia, decorata con le immagini di diciotto fra i maggiori giuristi della casata perugina Baldeschi (da Baldo degli Ubaldi, illustre capostipite della famiglia morto nel 1400, a Pietro III, morto nel 1581), accompagnate dalle personificazioni delle Virtù, molte delle quali ispirate al trattato di Iconologia di Cesare Ripa (prima edizione: 1593). Il ciclo fu concluso entro il 1605, anno di morte di Curzio Baldeschi, ideatore del programma iconografico. L’identificazione dei personaggi, non tentata da Francesco Santi, autore di un breve volume (1985) interamente dedicato alla Sala, è stata di recente risolta da Mancini (2005) grazie al ritrovamento del cosiddetto “manoscritto Crispolti” (Perugia, Biblioteca Augusta, Compendio delle memorie della città di Perugia fatto da Cesare Crispolti..., ms. B.45, ante 1608) che riproduce fedelmente le iscrizioni, oggi pressoché perdute, che accompagnavano i ritratti dei giuristi Baldeschi. Riguardo alla paternità degli affreschi già Santi, cogliendo le evidenti disomogeneità stilistiche, aveva parlato di maestri perugini operanti tra la fine del Cinquecento e il primo decennio del Seicento, identificandone l’autore delle pareti nord e ovest in Silla Piccinini e quello delle pareti sud ed est in Pietro Rancanelli, e assegnando ad uno specialista nel genere delle grottesche, Giovan Maria Bisconti o Mattiuccio Salvucci, le spiritose decorazioni delle vele. Mancini nel 2005 ha invece ribaltato l’attribuzione delle pareti ai due maestri, ipotizzando inoltre un trasferimento a Perugia, presso il palazzo Baldeschi, di tutti gli artisti attivi per la già citata cappella Coli-Pontani in S. Maria degli Angeli.
Al catalogo di Piccinini è stata anche aggiunta la tela della Madonna col Bambino e s. Lorenzo della casa della confraternita annessa all’oratorio della Morte a Spello (chiesa di S. Gregorio) (Teza, 1987), già riferita ad ambito baroccesco (Barroero - Casale - Falcidia, 1980).
Tra le opere eseguite dall’artista potrebbe inoltre essere annoverata anche «l’istoria con Socrate che beve il veleno», menzionata nel 1784 da Baldassarre Orsini, nella raccolta, ora dispersa, di Ettore Graziani, e da lui genericamente riferita a «un tal Scilla».
Fonti e Bibl.: G.F. Morelli, Brevi notizie delle pitture e sculture che adornano l’augusta città di Perugia, Perugia 1683, p. 32; B. Orsini, Guida al forestiere per l’augusta città di Perugia..., Perugia 1784, pp. 17, 23, 40, 133, 342 s.; S. Siepi, Descrizione topologico-istorica della città di Perugia, I, Perugia 1822, p. 174, II, pp. 580, 590, 602, 706; L. Manari, Documenti e note ai cenni storico-artistici della basilica di S. Pietro in Perugia, in L’Apologetico, V (1866), pp. 249-262, in partic. p. 258; U. Gnoli, Pittori e miniatori nell’Umbria, Spoleto 1923, pp. 316 s.; L. Barroero et al., Pittura del Seicento e del Settecento. Ricerche in Umbria, II, Treviso 1980, p. 404, n. 172; F. Todini - B. Zanardi, La Pinacoteca comunaledi Assisi, Firenze 1980, pp. 122 s.; A. Mariotti Puerini, Aspetti iconografici della decorazione di San Pietro a Perugia, in Arte e musica in Umbria tra Cinquecento e Seicento. Atti del XII convegno di studi umbri, Gubbio-Gualdo Tadino... 1979, Perugia 1981, pp. 335 s.; F.F. Mancini, Un documento per Federico Barocci e la cappella Coli-Pontani in Santa Maria degli Angeli, in Esercizi. Arte, musica, spettacolo, VI (1983), pp. 18-47, in partic. 27-34; F. Santi, La Sala dei Legisti Baldeschi nel Palazzo Bonucci a Perugia, Perugia 1985, pp. 13 s.; F.F. Mancini, Miniatura a Perugia tra Cinquecento e Seicento, Perugia 1987, pp. 55, 66, 121, 126; L. Teza, P. S., in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di G. Briganti, II, Milano 1987, p. 804; C. Galassi, S. P., in Nel segno di Barocci. Allievi e seguaci tra Marche, Umbria, Siena, a cura di A.M. Ambrosini Massari - M. Cellini, Milano 2005, pp. 318-321; F.F. Mancini, Pro maiori familie de Ubaldis amplitudine et doctorandorum commoditate. Il palazzo cinquecentesco di via Baldeschi a Perugia, in Atti del Convegno Internazionale nel VI centenario della morte di Baldo degli Ubaldi (1400-2000), Perugia, 13-16 settembre 2000, a cura di C. Frova - M.G. Nico Ottaviani - S. Zucchini, Perugia 2005, pp. 171-192; F.F. Mancini, L’ultima opera di Giovan Battista Lombardelli, in Rivista d’arte, s. 5, I (2011), pp. 111-116.