ARISCOLA, Silvestro
Scultore-architetto e pittore, denominato anche Silvestro dell'Aquila. Nacque da Giacomo i Sulmona ad Arischia, presso l'Aquila, donde il nome.
Non è possibile identificarlo, come suggerì il Müntz, con quel Silvestro dell'Aquila che in tre documenti fiorentini del 1439-40 figura come incisore di sigilli per la Camera apostolica. La prima notizia che di lui si abbia risale al 1471. Le date delle opere sicure oscillano fra il 1476 e il 1504, anno della morte. Il monumento funerario al cardinale Amico Agnifili, nel duomo dell'Aquila, fu eseguito fra il 1476 e il 1480 e reca la firma dell'artista e la data 1480; danneggiato dal terremoto del 1703, fu ricomposto parzialmente nel 1887. Ad esso apparteneva anche la lunetta rappresentante la Madonna col Bambino fra angeli murata nel portale laterale della chiesa di S. Marciano. È il tipo del monumento fiorentino, cui s'innesta il motivo, caro ai marmorarî romani, dei pilastri con statue nelle nicchie. Al 1478 risale la statua in legno di S. Sebastiano, collocata in apposito tabernacolo istoriato nella chiesa di S. Maria del Soccorso, oggi nel Museo civico. Reca il nome del committente e la data. S'inspira all'analoga figurazione del Rossellino nella Pieve di Empoli (c. 1457). Del 1490 è il gruppo in legno della Vergine col Bambino nella chiesa di Ancarano. Al 1494-1500 risale il gruppo in terracotta della Madonna col Bambino in S. Bernardino all'Aquila. Da documenti dell'anno 1500 risulta che l'A. doveva in quella chiesa condurre a compimento l'arca del Santo. Ma in questo grandioso monumento, compiuto nel 1505, secondo la data incisa, invano si cercherebbe l'impronta del maestro. A lui si possono invece ascrivere, nella medesima chiesa, il monumento a Maria Pereira Camponeschi e alla figliola di lei Beatrice, nobile derivazione dal monumento funerario romano e fiorentino; i gruppi della Vergine col Bambino nella chiesa di Collemaggio, sempre all'Aquila, in S. Maria delle Grazie a Teramo, nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, già nella chiesa di Farno d'Acquasanta. Si ha memoria di altre opere sue. Nel 1476 s'impegnava per una statua di S. Giacomo destinata alla chiesa di Tornimparte; nel 1477, per un fonte battesimale, con più figure, in S. Biagio, oggi S. Giuseppe, dell'Aquila; nel 1479, per una cappella in S. Domenico; l'anno appresso, per un'altra in S. Maria di Bagno. Della sua attività di architetto e di pittore, attestata, questa, da documenti del 29 settembre 1491 e del 29 novembre 1493, nulla rimane. Non ebbe una visione artistica propria, ma non si limitò, d'altra parte, a tener dietro a un caposcuola, e, guardando alla tradizione della scultura fiorentina e romana, seppe creare organismi nobili e armoniosi, segnati di un'impronta di monumentalità, in cui l'aspirazione stilistica non rinnega l'intima vitalità.
Bibl.: G. de Nicola, Silvestro dell'Aquila, in L'Arte, XI (1908), pp. 1-16; A. Venturi, Storia dell'arte it., VI, Milano 1908; L. Serra, Aquila monumentale, Aquila 1912; id., Un'opera di Silvestro dall'Aquila nella chiesa di Farno di Acquasanta, in Rass. marchigiana, IV (1926), pp. 507-509; W. R. Valentiner, Andrea and Silvestro dell'Aquila, in Art in America, XVIII (1925), pp. 166-176.