SILVESTRO da Bagnoregio
SILVESTRO da Bagnoregio. – La data e il luogo di nascita (forse Bagnoregio, oggi in provincia di Viterbo) sono ignoti così come il nome dei genitori.
La prima notizia certa su frate Silvestro è del 9 agosto 1459, quando gli fu consentito di entrare nello Studio del convento senese dell’Ordine agostiniano. Il 3 marzo 1460 ne divenne cursore «cum omnibus gratiis et privilegiis ac immunitatibus consuetis» (Roma, Archivio generale dell’Ordine agostiniano, Dd 6, c. 173r), mentre il 9 agosto 1462 risulta lettore «in tertio loco in conventu nostro perusino» (c. 173v). Sempre a Perugia il 2 giugno 1466 raggiunse il grado di baccelliere e con questo titolo associato a quello di scriptor è registrato in un libro di conti del convento di S. Agostino di Roma nel dicembre di quell’anno (Archivio di Stato di Roma, S. Agostino, reg. 178, c. 2v). Dopo aver conseguito il titolo di «sacre theologie magister» (non è però noto in quale sede), nel giugno del 1468 risulta nuovamente a Siena come «regens Studii Senensis» (Roma, Archivio generale dell’Ordine agostiniano, Dd 6, c. 176r), Nell’aprile del 1470, in qualità di vicario del priore generale dell’Ordine, fu chiamato a presiedere il capitolo della provincia romana celebrato a Tivoli. Era certamente a Roma il 15 dicembre 1472 quando compare tra i frati radunati in capitolo nella chiesa di S. Agostino con il titolo di «regens Studii» (C 10, cc. 151r-152r), ma l’anno seguente era di nuovo «in conventu et studio nostro perusino» come «magister senior» (Dd 7, c. 170r).
Nel luglio 1477, in carica come «provincialis provincie Romane», venne nominato «magister regens conventus nostri Romani» (Dd 7, c. 173v): vi rimase almeno fino al novembre 1479, quando è registrato tra i frati presenti alla benedizione delle fondamenta della nuova chiesa di S. Agostino che il cardinale Guglielmo d’Estouteville, protettore dell’Ordine agostiniano, aveva iniziato a costruire de novo (Archivio di Stato di Roma, S. Agostino, reg. 107, introitus, c. 21 rv). I registri dei priori generali agostiniani rivelano altri spostamenti: nel 1481 era stato inviato nel convento di Padova come magister senior, nel gennaio del 1483 era a Roma alle esequie del cardinale d’Estouteville, morto nella notte tra il 22 e il 23, e sepolto il giorno dopo con grande pompa nella chiesa di S. Agostino, dove Silvestro, in qualità di procuratore dell’Ordine, recitò l’orazione funebre.
Qualche anno dopo la sua carriera ebbe una repentina accelerazione a causa della morte, nel maggio del 1485, del priore generale degli agostiniani Ambrogio da Cori. Il 17 maggio Silvestro fu designato dal papa quale vicario generale dell’Ordine e, in successivi documenti, a partire da giugno, viene indicato anche come «vicarius et rector generalis» (Roma, Archivio generale dell’Ordine agostiniano, Dd 8, c. 130r). Il 14 settembre dello stesso anno una nota del camerario del convento romano avvertiva che Silvestro aveva lasciato Roma per andare ai bagni di Viterbo, forse già provato dalla malattia che l’avrebbe portato alla tomba. E infatti qualche giorno dopo nello stesso registro veniva ricordata la morte di Silvestro, peste infirmatus, avvenuta il 15 settembre mentre cercava di raggiungere Viterbo (Archivio di Stato di Roma, S. Agostino, reg. 107, introitus, cc. 61v, 62r), e non il 13 a Roma come indicato da Johannes Felix Ossinger e altri autori.
Peraltro una disposizione del nuovo priore generale Anselmo da Montefalco può far ritenere che Silvestro sia morto nel convento di Bagnoregio: si legge infatti nel suo registro che proprio a questo cenobio egli destinò la colletta annuale «propter expensas factas in funeralibus magistri Silvestri vicarii Ordinis» (Roma, Archivio generale dell’Ordine agostiniano, Dd 8, c. 181v).
Definito dagli scrittori dell’Ordine agostiniano come «vir litteris, doctrina et vite probitate insignis» (de Herrera, 1644, p. 389), è soprattutto noto perché – trovandosi a Trento nel 1475 per la predicazione quaresimale – intervenne nella vicenda del piccolo Simone da Trento (v. la voce in questo Dizionario) ritenuto ucciso dagli ebrei locali e quindi venerato come santo, disputando in favore del martirio del bambino con molte argomentazioni, poi raccolte nelle Conclusiones [...] super canonizaciones beati Symonis Tridentini dedicate al vescovo di Trento Giovanni Hinderbach, pubblicate – probabilmente a Trento, da Alberto Kunne – tra il 1475-1476 (Hain, 1826-1838, n. 15203). Di seguito alle Conclusiones, è pubblicata anche una sua lettera, datata Padova 6 dicembre 1475, indirizzata al vescovo trentino, dove l’agostiniano, raccomandandosi alla generosità del prelato, ricordava le «tribulationes ex insidiis iudeorum suorumque fautores» da lui patite dopo la partenza da Trento, la sua attività di predicatore – publice et private – della causa della santità del piccolo Simone, e l’aspra controversia verbale che lo vide contrapposto al celebre canonista padovano Antonio Capodilista, sollecitatore in curia della causa contro i processi di Trento (riedizione in I processi, a cura di A. Esposito - D. Quaglioni, 1990, pp. 447 s.).
Silvestro rimase legato a Hinderbach anche negli anni seguenti: del 10 gennaio 1477 è una gratifica del vescovo nei suoi confronti per i molti «incommoda, damna et pericula [...] pro tuenda veritate [...] ex insidiis iudeorum» (Archivio di Stato di Trento, Archivio Principesco Vescovile, Sez. lat., capsa 69, n. 16, foglietto inserito tra le cc. 4v e 5r), mentre nel registro di conti di quell’anno Hinderbach annotava di propria mano di aver versato all’agostiniano dodici ducati veneti in quanto «fuit citatus et tribulatus Rome per Vigintimiliensem [il vescovo di Ventimiglia Giovan Battista de Giudici, commissario apostolico incaricato di rivedere il processo agli ebrei] et autem de Capitibusliste et multas expensas et labores pertulit» (c. 5r); del 1478 la notizia data in una lettera da Roma da Approvino Approvini, oratore del vescovo trentino che proprio frate Silvestro si era offerto di reperire i 2000 ducati necessari per la causa di canonizzazione di Simone di Trento (ibid., n. 122).
Da Tomás de Herrera e da Davide Aurelius Perini vengono inoltre ricordate altre sue opere, tutte manoscritte: Quaestiones theologicae, un tempo conservate nella biblioteca del convento padovano; Sermo funebris habitus in exequiis cardinalis Rothomagensis ordinis eremitarum s. Augustini protectoris; De subiecto theologiae; De potentia generandi in divinis; De nobilitate intellectus et voluntatis; Discursus de passione Christi; Sacrorum quadragesimalium sermonum, queste ultime conservate nella Biblioteca Angelica di Roma, cod. 1049 (R. 8. 3).
Sappiamo invece pochissimo dei libri da lui posseduti. In una lunga nota aggiunta dopo l’inventario del 1478 della biblioteca del convento di S. Agostino di Roma, tra i libri prestati al defunto priore generale Ambrogio da Cori ve ne era comunque uno appartenente a frate Silvestro, precisamente un manoscritto super universalia et predicamenta, che gli fu restituito nel giugno del 1485 (Gutiérrez, 1965, p. 144, n. 945).
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio generale dell’Ordine agostiniano, C 10, cc. 151r-152r; Dd 6, cc. 173rv, 176r; Dd 7, cc. 170r, 173v; Dd 8, cc. 130r, 181v; Archivio di Stato di Roma, S. Agostino, reg. 107, introitus, cc. 21 rv, 61v-62r; reg. 178, c. 2v; Archivio di Stato di Trento, Archivio Principesco Vescovile, Sez. lat., capsa 69, nn. 16, 122; Il diario romano di Jacopo Gherardi da Volterra..., a cura di E. Carusi, in RIS, XXIII, 3, Città di Castello 1904-1911, p. 114; Notitiae ad Provinciae Romanae [...] historiam spectantes saeculis XIV-XV, in Analecta Augustiana, VII (1917-1918), pp. 139 s., 389 s., 392, 400, 403, 467; I processi contro gli ebrei di Trento (1475-1478), I processi del 1475, a cura di A. Esposito - D. Quaglioni, I, Padova 1990, pp. 90 s., 447 s.
T. de Herrera, Alphabetum Augustinianum, I, Madrid 1644, p. 41; L. Torelli, Secoli agostiniani, VII, Bologna 1682, p. 237, n. 12; G. Mazzuchelli, Gli scrittori d’Italia, II, 1, Brescia 1758, p. 65; J.F. Ossinger, Bibliotheca Augustiniana, Ingolstadt 1768, pp. 98-100; L. Hain, Repertorium Bibliographicum in quo libri omnes ab arte typographica inventa usque ad annum MD. typis expressi ordine alphabetico vel simpliciter enumerantur vel adcuratius recensentur, I-II, Stuttgartiae-Lutetiae 1826-1838; D.A. Perini, Bibliographia Augustiniana, I, Firenze 1929, pp. 84 s.; D. Gutiérrez, La biblioteca di Sant’Agostino di Roma nel secolo XV, in Analecta Augustiniana, XXVIII (1965), p. 144; L. Donati, L’inizio della stampa a Trento ed il beato Simone, Trento 1968, pp. 7 s.; A. Esposito, Il culto del “beato” Simonino e la sua prima diffusione in Italia, in Il principe vescovo Johannes Hinderbach (1465 - 1486) fra tardo Medioevo e Umanesimo. Atti del Convegno, Trento... 1989, a cura di I. Rogger - M. Bellabarba, Bologna-Trento 1992, pp. 429-443 (in partic. pp. 438 s.).