GHERARDI, Silvestro
Nacque a Lugo, in Romagna, il 17 dic. 1802 da Giovanni, commerciante, e da Teresa Pani.
Dimostrate eccezionali qualità durante la frequenza dei corsi liceali, gli fu consentito a 15 anni di iscriversi all'Università di Bologna. Il fisico F. Orioli lo volle come suo aiuto, e il G. venne nominato supplente alle cattedre di matematica e di astronomia prima di aver conseguito la laurea. Laureatosi in scienze matematiche e naturali il 20 dic. 1822, fu scelto come ripetitore di fisica nella stessa università. All'inizio del 1827 fu nominato sostituto delle cattedre di fisica generale e speciale, di meccanica e idraulica, di ottica e astronomia. Fu, quindi, incaricato di vari insegnamenti, finché, il 20 ott. 1827, fu chiamato a succedere a G.B. Masetti come professore di meccanica e idraulica salendo sulla cattedra che era stata di G. Venturoli.
Si segnalò dapprima per la traduzione, pubblicata a Bologna nel 1824, del Manuel d'électricité dynamique di G.-F. Demonferrand (Paris 1823). Tra i suoi primi lavori originali è la memoria Soluzione e dimostrazione d'alcuni problemi e teoremi sulle serie doppie, in Nuova Collezione d'opuscoli scientifici, Bologna 1825, pp. 153-170. Particolarmente interessato ai nuovi studi di elettromagnetismo, presentò il lavoro Osservazioni sopra alcune esperienze elettro-magnetiche del sig. cav. L. Nobili, ibid., Bologna 1825, pp. 3-27, in cui difese A.-M. Ampère dalle critiche di L. Nobili.
Il lavoro fu lodato dallo stesso Ampère (Annales de chimie et de physique, XXIX [1825], pp. 373-381), il quale prese in seria considerazione le osservazioni del G. anche in successive occasioni (si vedano le lettere di Ampère a M. Faraday, 12 giugno 1826, e a L.-A.-J. Quételet, 27 genn. 1828, in Correspondance du grand Ampère, a cura di L. de Launay, Paris 1936, pp. 684 s., 951 s.). Il G. tornò sull'argomento con Osservazioni su alcune esperienze elettromagnetiche di L. Nobili, in Nuovo Giornale de' letterati, V (1826), sez. scienze, vol. 12, pp. 207-221.
Non meno interessanti appaiono le sue realizzazioni di strumenti scientifici effettuate in collaborazione con notevoli costruttori di strumenti scientifici quali, per esempio, Constant Jest a Torino. Qui ricorderemo solamente i suoi perfezionamenti al galvanometro: Osservazioni sopra un nuovo galvanometro sensibilissimo del sig. cav. L. Nobili, in Boll. universale di scienze, lettere, ed arti, III (1825), pp. 124-132; l'Apparato per illustrare tutte le esperienze magneto-elettriche comunicato all'Accademia di Bologna nel 1833; e la Calamita elettrica a moto rotatorio per le azioni chimiche, di cui presentò un modello all'Accademia dell'Istituto di Bologna nella sessione del 13 marzo 1834; il suo galvanometro moltiplicatore fu presentato all'Accademia il 5 maggio 1835.
Il 4 nov. 1830 il G. aveva presentato all'Accademia di Bologna un lavoro dal titolo Dissertazione sull'esercitarsi la visione coi dui occhi simultaneamente, oppure con uno solo; e sopra alcuni singolari fenomeni della visione per mezzo di vetri colorati, e infine sopra i colori accidentali, e la loro storia, che fu pubblicato in latino nel 1834 nel I tomo dei Novi Commentarii Academiae scientiarum Instituti Bononiensis, pp. 349-382.
Durante la rivoluzione del febbraio 1831, il G. fu nominato dal governo provvisorio delle Province Unite colonnello comandante del battaglione universitario bolognese. Dopo il fallimento del moto il governo pontificio prese severi provvedimenti contro chi aveva partecipato alla rivolta. L'Orioli fu costretto all'esilio e lasciò la cattedra di fisica generale e sperimentale, cattedra che fu assegnata nel 1832 al G., anch'egli precedentemente "sospeso dalla cattedra" (Magnani, p. 70).
Egli successe all'Orioli anche nella direzione del gabinetto di fisica, "uno de' più ricchi, ed il più compiuto per la storia della Scienza" (Id., p. 11), del quale curò la riorganizzazione e l'accrescimento e redasse un esteso catalogo e una storia delle sue origini, donazione e funzionamento (ms. in Arch. di Stato di Bologna, Archivio dell'Università, Inv. Cencetti, n. 869).
Dopo la scoperta della legge dell'induzione elettromagnetica da parte di Faraday, nel 1832 il G. pubblicò un articolo, in forma di lettera al Nobili, dal titolo Alcune esperienze sopra le nuove correnti e scintille magneto-elettriche, in Antologia, XII (1832), vol. 48, pp. 177-191, a cui seguì la Dissertazione sopra varie esperienze riguardanti la scoperta faradiana e sopra alcune importanti proprietà delle correnti voltiane, presentata in due parti (5 aprile e 3 maggio 1832), e poi tradotta in latino per i Novi Commentarii, 1836, t. II, pp. 111-145. Seguirono le memorie Apparato per tutte le esperienze magneto-elettriche, e la disamina teorico-pratica di esso e delle esperienze (comunicate alla stessa Accademia il 17 gennaio e il 5 giugno 1833) e stampate, in latino, nei Novi Commentarii, 1836, t. II, pp. 294-324, e La calamita elettrica a moto rotatorio per le azioni chimiche (presentata il 13 marzo 1834), in cui realizzava un consistente miglioramento rispetto a quella di H. Pixii, con altre osservazioni sulle correnti elettromagnetiche (poi pubblicata in latino nei Novi Commentarii, 1839, t. III, pp. 39-62).
Altro lavoro interessante è l'Appendice al galvanometro moltiplicatore, e del suo uso nel misurare le correnti elettriche di varia specie, ma particolarmente le fugaci faradiane (comunicato all'Accademia di Bologna il 5 maggio 1835, che fu pubblicato in forma completa nei Novi Commentarii, 1839, t. III, pp. 115-154; si veda anche l'articolo Della misura delle correnti faradiane, del loro confronto reciproco e colle correnti elettriche d'altra origine, mediante il comune galvanometro fornito di particolare appendice, in Nuovi Annali delle scienze naturali di Bologna, I [1838], 1, pp. 305-340). Si interessò delle correnti elettriche sviluppate per attrito: Nota sopra le correnti elettriche per attrito di metalli, in Nuovi Annali delle scienze naturali, I (1838), 2, pp. 134-140; Relazione ragionata su i fatti e le cognizioni più vere, o interessanti che si possedevano intorno alla singolare virtù dei pesci elettrici, prima della scoperta del galvanismo e della pila voltiana, in Bull. delle scienze mediche, s. 2, VI (1838), pp. 168-231. Su questi argomenti rese nota una interessante serie di esperienze nel volume Experimenta thermo-electrica (Bologna 1839).
Sui fenomeni elettrici il G. pubblicò ancora Nota intorno alla scoperta dell'azione induttiva delle correnti voltiane sopra se stessa, in Bullettino delle scienze mediche, s. 2, III (1837), pp. 482-487; all'Accademia bolognese presentò altre due comunicazioni, nel febbraio 1838, Varie note sulla elettricità e sul magnetismo (poi stampata nei Novi Commentarii, 1842, t. V, pp. 253-275), e, nell'aprile 1839, Nuove esperienze sull'apparente attrazione di un getto fluido, sgorgante da orifizio di largo labbro fornito, sopra un disco direttamente appostogli, a poca distanza dall'orifizio stesso (ibid., pp. 277-297). Notevole anche il lavoro Sul re-elettrometro come mezzo per iscoprire la direzione della folgore, in Annali di fisica, chimica e matematiche di G. Majocchi, XVIII (1845), pp. 31-34.
Il G. partecipò al dialogo sulle correnti voltiane e sull'esistenza delle correnti elettriche negli animali, con un lavoro presentato all'Accademia di Bologna il 6 apr. 1843 dal titolo Indagini speciali sulle rapide variazioni a cui soggiace la corrente voltiana (in Memorie della Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, I [1850], pp. 123-149) e con la sua prosecuzione nel lavoro Altre esperienze sopra un semplicissimo mezzo per astare alle variazioni della corrente voltiana (ibid., pp. 151-170). Celebri le esperienze elettrofisiologiche che coordinò nel suo gabinetto di fisica nel 1840, portando chiarezza nel dibattito e ricevendo le lodi di F. Orioli, M. Melloni, C. Matteucci e tanti altri.
Alla fine del 1847, nel clima politico favorevole alle riforme costituzionali seguito all'ascesa al soglio pontificio di Pio IX, il G. accettò il grado di maggiore della guardia civica di Bologna e, nell'aprile 1848, divenne di nuovo comandante del battaglione universitario. Il 14 nov. 1848 le città di Ferrara e Lugo lo elessero deputato al Consiglio legislativo dello Stato pontificio. Dopo la fuga di Pio IX a Gaeta, il G. fu eletto deputato all'Assemblea costituente che decretò la decadenza del governo temporale e la costituzione della Repubblica Romana (9 febbr. 1849). Nel governo repubblicano fu sottosegretario del dicastero della Pubblica Istruzione allora retto da C.E. Muzzarelli; in seguito, sul finire della Repubblica, accettò ad interim la titolarità di quel ministero.
Con la Restaurazione fu destituito dall'insegnamento con decreto del 24 genn. 1850 e lasciò lo Stato pontificio, trasferendosi a Genova. Qui il 4 marzo venne nominato professore di filosofia positiva nel ginnasio cittadino (ove istituì un gabinetto delle macchine), poi gli fu assegnata la cattedra di fisica e chimica e, il 10 ott. 1851, la direzione del gabinetto di fisica nella R. Scuola di marina.
Nel 1857 ebbe l'incarico di fisica generale e sperimentale nell'Università di Torino, e, l'anno seguente, divenne direttore dell'annesso gabinetto di fisica generale e sperimentale, istituendo il gabinetto e la scuola di ottica.
Dopo l'Unità d'Italia (1861) fu trasferito all'Università di Bologna, ma dopo breve tempo lasciò l'insegnamento universitario. Il 5 ott. 1862 fu nominato preside dell'istituto tecnico di Bologna e nel 1866 preside dell'istituto tecnico di Firenze.
Partecipò ancora alla vita politica come deputato al Parlamento per il collegio di Lugo nelle legislature VII (2 aprile - 17 dic. 1860) e VIII (18 febbr. 1861 - 7 sett. 1865).
La poliedrica attività del G. si esercitò anche, e con successo, nel settore della fisica applicata. Ricordiamo il suo interesse e le sue misure sperimentali sul magnetismo terrestre e su quello di numerosi materiali: Sul magnetismo polare di palazzi ed altri edifizi in Torino, in Il Nuovo Cimento, XVI (1862), pp. 384-418; Sopra una speciale esperienza attinente al magnetismo delle terre cotte, ibid., XVIII (1863), pp. 108-111; Sunto di altre esperienze e osservazioni sul magnetismo dei mattoni, terre cotte, certi minerali e terreni ferriferi e di una intraveduta cagion fin qui non avvertita di variamenti nell'azione del magnetismo del globo da un punto all'altro, anche prossimi, della sua superficie (Bologna 1866).
Non meno interessanti appaiono le sue realizzazioni di strumenti scientifici, tra cui ricordiamo i suoi perfezionamenti al galvanometro Osservazioni sopra un nuovo galvanometro sensibilissimo del signor cav. L. Nobili, in Bollettinouniversale di scienze, lettere, ed arti, III (1825), pp. 124-132; l'apparato per illustrare tutte le esperienze magneto-elettriche comunicato all'Accademia di Bologna nel 1833; la calamita elettrica a moto rotatorio per le azioni chimiche di cui presentò un modello a Bologna nella sessione del 13 marzo 1834; il suo galvanometro moltiplicatore presentato in Accademia il 5 maggio 1835; un igrometro ad assorbimento che chiamò per la sua efficienza igro-moltiplicatore (presentato sugli Annali di fisica, chimica e scienze affini, s. 2, III [1850], pp. 14-19); sviluppò, inoltre, con notevole fantasia, ma scarsi mezzi, alcune fascinose idee per costruire macchine motrici e un telegrafo magnetico: Sopra un'idea di telegrafo magnetico presunta la prima, in Rivista scientifico-industriale, I (1871), pp. 1-15.
Dotato di una buona preparazione matematica, come richiesto dall'ordinamento degli studi del tempo, in cui il calcolo sublime (l'analisi infinitesimale) era importante, diede qualche saltuario contributo a questa disciplina. Ricordiamo lo studio Brevi considerazioni sui vantaggi del metodo d'integrazione per serie infinite anche nei casi di nota integrazione finita e sopra qualche altro argomento, in Memorie della Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, II (1850), pp. 417-438, presentato nella seduta del 20 dic. 1849, ma risalente all'adunanza del 12 apr. 1832.
Il G., per i suoi numerosi studi in questo campo, occupa un posto di rilievo tra gli storici della scienza, in modo particolare per i suoi studi inerenti la storia della fisica. A lui, infatti, si deve l'accurata e documentata pubblicazione delle Opere edite ed inedite di L. Galvani, stampata dall'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna nel 1841, e di numerosi altri studi che portarono all'individuazione di manoscritti galvaniani, sino ai Ritocchi ai miei perseveranti, forse esuberanti già, ma pur geniali studi su Luigi Galvani, in Memorie dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, s. 3, VII (1877), p. 589. Fu incaricato dal ministro della Pubblica Istruzione T. Mamiani della raccolta dei manoscritti e degli strumenti di Alessandro Volta (cfr. Relazione della Commissione incaricata di esaminare i manoscritti e il gabinetto di fisica del Volta…, in Gazzetta ufficiale del Regno, 1860, n. 148). È da ricordare inoltre il saggio Il processo a Galileo riveduto sopra documenti di nuova fonte, in Rivista europea, I (1870), 3, pp. 3-37, 398-419, per il quale nel 1848 aveva avuto libero accesso a Roma all'Archivio del S. Uffizio.
Il G. diede originali e significativi contributi anche alla storia della matematica: Studi sulla vita e sulle opere del famoso p. Bonaventura Cavalieri, Bologna 1843; Di alcuni materiali per la storia della facoltà matematica dell'antica Università di Bologna composti nell'opportunità di stendere delle notizie su B. Cavalieri (ibid. 1846); Alcuni cenni della vita e delle fatiche di Lodovico Ferrari, in Nuovi Annali delle scienze naturali, s. 3, I (1850), pp. 213-224. Egli si interessò anche delle sei celebri disfide matematiche tra L. Ferrari e Nicolò Tartaglia, di cui riuscì a rintracciare faticosamente il sesto contro-cartello. Dedicò poi alcuni studi a Scipione Ferro, a Luca Pacioli e a Pio Fantoni. In astronomia si interessò di G.D. Cassini, ma le sue ricerche su di lui non poterono essere pubblicate a causa del suo allontanamento da Bologna per l'esilio nel 1849. Per la storia della medicina i suoi studi riguardarono il celebre anatomico Morgagni (Primi studi per allestire una nuova raccolta delle opere del celebre G.B. Morgagni, Bologna 1862).
Il G. morì a Firenze il 28 luglio 1879. Aveva sposato nel 1837 Lucia Ricci di Lugo, dalla quale ebbe tre figlie. Era stato membro di numerose accademie e presidente dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna in vari anni tra il 1837 e il 1847.
Numerosi scritti del G., oltre a un ampio carteggio (più di 4000 lettere) sono conservati nella Biblioteca comunale "F. Trisi" di Lugo (una loro descrizione in Inventari dei manoscritti delle Biblioteche d'Italia, LXXXIV, a cura di A. Servolini, Firenze 1962, pp. 75-123, e in A. Fiocca, La Raccolta Gherardi di opuscoli nella Biblioteca comunale "F. Trisi" di Lugo, in Boll. di storia delle scienze matematiche, IV [1984], pp. 97-139). Alcuni manoscritti del G. sono anche presso l'istituto tecnico Pier Crescenzi di Bologna.
Fonti e Bibl.: Necr. in La Nazione, 30 luglio 1879; L'Opinione, 31 luglio 1879 e 2 ag. 1879 (A. Mauri); Giornale dei lavori pubblici e delle strade ferrate, 6 ag. 1879; S. G., necrologio, a cura del segretario dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, 1° sessione ordinaria, 6 nov. 1879, pp. 9-12; Q. Sella, Cenno necrologico intorno a S. G., in Atti della R. Accademia dei Lincei, s. 3, Transunti, IV (1879-80), 277, pp. 16-19 (con bibl.); G. Basso, Cenni biografici su S. G., in Atti della R. Accademia delle scienze di Torino, XV (1879-80), pp. 369-376; F. Rossetti - G. Cantoni, Bibliografia italiana di elettricità e magnetismo, Padova 1881, pp. 47 s. (con bibl.); G.C. Mattioli, Inaugurandosi un medaglione a S. G., Bologna 1884; D. Magnani, S. G. 1802-1879, Lugo 1885; F. Balbo, Il ministero dell'Istruzione nella Repubblica Romana, in La Ragione, 9 febbr. 1910; R. Viti, In memoria di S. G., Bologna 1927; M. Rossi, S. G., in Corriere lughese, 18 marzo 1928; G. Natali, Il battaglione universitario bolognese e la sua compagnia mobile nel 1848-49, in L'Archiginnasio, XXVII (1932), pp. 203-216; G. Polvani, Un secolo di progresso scientifico italiano 1839-1939, I, Roma 1939, pp. 555-700 passim; A. Procissi, S. G. scienziato e storico della scienza, in Studi romagnoli, IV (1953), pp. 87-101 (con bibl.); A. Fiocca, La raccolta Gherardi di opuscoli nella Biblioteca comunale "F. Trisi" di Lugo, in Boll. di storia delle scienze matematiche, IV (1984), 1, pp. 97-139 (con bibl.); L. Briatore - S. Ramazzotti, S. G. fisico e patriota risorgimentale, in Giornale di fisica, XXX (1989), pp. 299-305; A. Fiocca, Problematiche emergenti dalla corrispondenza A. Genocchi - S. G. (1862-1878), in A. Genocchi e i suoi interlocutori scientifici. Contributi dallo epistolario, a cura di A. Conte - L. Giacardi, Torino 1991, pp. 99-112; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale, Roma 1896, pp. 508 s.