PALMA, Silvestro
PALMA (de Palma, di Palma), Silvestro. – Nacque a Barano, piccolo comune dell’isola d’Ischia, il 15 marzo 1754.
La protezione e l’interessamento di Carlotta di Sangro, figlia di Raimondo di Sangro principe di Sansevero e Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, valse al fanciullo un percorso formativo che ben presto mise in luce la sua predisposizione alla musica. La nobile napoletana, in virtù di una spiccata tradizione familiare, incentivò le sue doti e promosse il suo ingresso al Conservatorio di S. Maria di Loreto. L’addestramento alla professione musicale nell’antico istituto iniziò all’età di sedici anni sotto la guida di autorevoli maestri, tra i quali Fedele Fenaroli per il contrappunto e Saverio Valente per il canto. Fu sempre la principessa Carlotta a indirizzare il giovane musicista a Giovanni Paisiello, dal quale ricevette ulteriori lezioni; nel 1790 collaborò con quest’ultimo nell’allestire la commedia per musica Le vane gelosie (Napoli, teatro dei Fiorentini, testo di Giovanni Battista Lorenzi): il libretto dichiara che «tutte le arie segnate coll’asterisco sono del suo discepolo D. Silvestro Palma» (Florimo, 1869).
Il debutto operistico avvenne al teatro dei Fiorentini nel 1789 con la commedia per musica La finta matta (testo di Domenico Piccinni); nella compagnia vocale erano impegnate Celeste e Anna Coltellini, nonché il famoso buffo Antonio Casaccia. Come per tanti altri operisti napoletani, anche per Palma il battesimo teatrale avvenne dunque nelle sale limitrofe al teatro reale dedite all’opera buffa, che spesso fungevano da trampolino verso altri teatri italiani. L’autore ischitano, dopo il cimento nell’antica sala, accettò varie scritture fuori di Napoli prima di ripresentarsi alle platee partenopee nel 1795. A Firenze il 10 agosto 1791 andò in scena nel teatro dei Risoluti in via S. Maria il dramma giocoso di Saverio Zini Gli amanti della dote («la Burletta […] tutta nuova del celebre Sig. Maestro Silvestro Palma Napoletano […] ottenne l’universale incontro»; Weaver, 1993, pp. 650 s.); a Roma nel carnevale 1792 diede al teatro Valle Le nozze in villa; a Venezia nell’autunno dello stesso anno diede al teatro di S. Moisè il «dramma tragicomico in musica» Chi mal fa mal aspetti ovvero Lo scroccatore smascherato; ancora a Firenze nel carnevale 1793 diede al teatro degli Intrepidi (detto della Palla a Corda) l’«intermezzo a sette voci» L’ingaggiatore di campagna (Weaver, 1993, p. 677). Napoli-Signorelli testimonia le tappe salienti del rientro napoletano del compositore: «Singolarmente si accolse con trasporto l’opera comica del Lorenzi La pietra simpatica cantata nel teatro de’ Fiorentini nel 1795, ripetuta nel 1796, ed in Parigi nel 1801, e nel 1810 nel Teatro Nuovo» (1811, pp. 76 s.). Oltre questa commedia per musica, che a Palma valse una notorietà internazionale, il sodalizio con Lorenzi ne produsse altre due, date entrambe ai Fiorentini: Gli amanti ridicoli (1797) e Le seguaci di Diana (1805). Più copiosa fu la collaborazione con Giuseppe Palomba: spiccano Il pallone aerostatico (primavera 1802), L’erede senza eredità (1808), I furbi amanti (1810), Il palazzo delle fate (1812; tutte per i Fiorentini) e I vampiri (teatro Nuovo sopra Toledo, 1812, che trae spunto dalla Dissertazione sopra i vampiri di Giuseppe Davanzati, del 1774). L’ultima opera nota, di nuovo per i Fiorentini (1814), fu il «melodramma» Le miniere di Polonia, di Giuseppe Giannetti.
Palma venne elogiato per la sapienza musicale, che coniugava una solida formazione e una predisposizione alle nuove tendenze musicali: in particolare nei pezzi d’assieme si colgono – come in Giacomo Tritto o in Valentino Fioravanti – i prodromi di una scrittura che culminerà infine nel teatro comico rossiniano.
Nel 1799 Palma era stato implicato nei moti giacobini: pare che avesse mostrato particolari simpatie per la Repubblica Partenopea; mancano però precisi ragguagli sul ruolo svolto in tali vicende, che comunque non dovettero incidere sulla sua carriera di operista buffo. Da essa si distaccò infine per gravi problemi di salute che, dalla metà del secondo decennio del secolo XIX, lo allontanarono dalla vita musicale («Divenuto vittima di morbo emorroidale, fu tanto l’esito di sangue cui soggiacque, che sfinito di forze dovette rinunciare all’obbligo contratto col signor Barbaja per iscriver nuove musiche, ed arrestare il corso ad una prospera fortuna»; Villarosa, 1840).
Palma si spense a Napoli l’8 agosto 1834.
Alcune composizioni sacre e strumentali sono conservate nelle Biblioteche dei Conservatorii di Milano (nel Fondo Noseda, di provenienza napoletana) e di Napoli, nonché a Stoccolma (Stiftelsen Musikkulturens Främjande) e a Berkeley (University of California, Music Department).
Fonti e bibl.: P. Napoli-Signorelli, Storia critica de’ teatri antichi e moderni, VIII, 2, Napoli 1811, pp. 76 s.; C.A. De Rosa marchese di Villarosa, Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli, Napoli 1840, p. 134 s.; F. Florimo, Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli, Napoli 1869, p. 526; Id., La scuola musicale di Napoli e i suoi Conservatori, Napoli, 1881-83, II, pp. 13, 49, 273, 304, 438 s.; III, pp. 25, 95, 132, 471, 502 s.; IV, pp. 96, 98, 406; R. Zanetti, La musica italiana nel Settecento, Busto Arsizio 1978, III, pp. 1512 s.; M.F. Robinson, Giovanni Paisiello: a thematic catalogue of his works, I, Stuyvesant, NY, 1991, pp. 474-479; R.L. Weaver - N.W. Weaver, A Chronology of music in the Florentine theater, 1751-1800, Warren, Mi, 1993, ad ind.; M. Grempler, Das Teatro Valle in Rom 1727-1850, Kassel 2012 (con Chronologie des Teatro Valle (1727–1850), ww.dhi-roma.it/grempler_chronologie.html); C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini fino all’anno 1800, Cuneo 1990-1994, ad ind.; Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le biografie, V, p. 556; The New Grove dict. of music and musicians (ed. 2001), XIX, p. 13; Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XIII, 2005, coll. 56 s.