CORIO, Silvio Celestino
Nacque il 26 ott. 1875 a Saluzzo (Cuneo) da Giuseppe Eugenio Luigi e da Domenica Chiara. Dal circolo socialista torinese passò ben presto alla militanza nelle file anarchiche e nel 1897 era collegato con anarchici torinesi quali Alessandro Clama e Enrico Ricchiero, ambedue noti alla polizia in seguito agli arresti e ai processi del 1894 (cfr. D. Marucco, Processi anarchici a Torino, tra il 1892 e il 1894, in Volontà [Pistoia], sett.-ott. 1970, pp. 347-56). Al congresso di Genova si era operata la scissione tra socialisti e anarchici, e coloro che si dichiaravano anarchici erano in un certo senso già selezionati e qualificati come tali, e quindi maggiormente controllati dalla polizia.
Per quasi tutta la durata del servizio militare, dal luglio 1897 al dicembre 1898, il C. fu assegnato a una compagnia di disciplina perché accusato di aver svolto propaganda sovversiva nell'esercito. Ritornato a Torino mentre era in atto la diaspora di socialisti e anarchici in seguito alle misure repressive del governo Pelloux, si affrettò a trasferirsi in Francia. A Parigi entrò in contatto col gruppo di anarchici legati a Felice Vezzani e, mentre Andrea Costa, Luigi Campolonghi e Francesco Bonavita operavano in funzione della creazione di un partito socialista di lingua italiana in Francia, tentò di fondare il foglio libertario Vita nuova insieme agli anarchici italiani residenti a Parigi. Nel 1900, colpito da mandato di espulsione dalla Francia a causa di un articolo sulla situazione politica italiana pubblicato sul Libertaire, si diede alla latitanza, aiutato da Guido Podrecca, allora direttore de L'Asino, e da Emma Goldman, che in quei giorni si trovava a Parigi. In seguito, dopo essere stato individuato e incarcerato per breve tempo, riuscì a trasferirsi a Londra, dove, all'inizio del 1901, alloggiava con l'anarchico Arturo Campagnoli, che di lì a non molto sarebbe partito per il Brasile. Qui lo raggiunse la sua compagna Clelia Alignani, anarchica, già residente a Torino, che con lui condivise per una decina d'anni un'esistenza assai precaria.
La figura del C. appare un punto di riferimento essenziale a far luce sul periodo londinese del Malatesta, sulle tendenze del gruppo di anarchici italiani che gli si raccoglievano attorno, e sui rapporti di questi ultimi con sindacalisti rivoluzionari, anarcosindacalisti, anarchici inglesi e di altre nazionalità operanti a Londra, e infine movimenti rivoluzionari che, durante la prima guerra mondiale, svolsero in Gran Bretagna propaganda antibellicista.
Costretto a lavorare come cameriere o a improvvisarsi commerciante, il C. riuscì tuttavia a pubblicare il quindicinale L'Internazionale, che uscì dal gennaio al maggio 1901; con il Campagnoli e Carlo Frigerio, pubblicò a Londra nel 1902 Lo sciopero generale / La grève générale e partecipò attivamente alla fondazione e alla conduzione dell'università popolare italiana che, nelle intenzioni del Malatesta e dei suoi collaboratori, doveva diffondere i principi dell'anarchia. Come membro del gruppo Bresci, in occasione delle aspre polemiche interne che si accompagnarono alla scoperta di infiltrati della polizia, il C. rivolse dure critiche al Malatesta ritenendolo in parte responsabile dell'accaduto; le attività cui prendevano parte coloro che ferventi filomalatestiani non erano, come il C., continuarono però a mantenere come punto centrale di riferimento la figura e le iniziative del Malatesta.
Verso la fine dell'agosto 1902 il C. sottoscrisse, con altri venti compagni di fede, una circolare a stampa nella quale il Malatesta annunziava la pubblicazione del quindicinale La Rivoluzione sociale e ne tracciava il programma. Oltre ad essere redattore di questo giornale assieme al Frigerio, il C. collaborò a Germinal, numero unico del maggio 1903, diffuso "per libera iniziativa di alcuni anarchici residenti in Londra" a tendenza antiorganizzatrice (cfr. Crastinus [pseudonimo abituale del C.], La Manifestazione del Primo Maggio).
Due anni più tardi non esisteva ancora a Londra un gruppo anarchico italiano, anche per il rifiuto delle tendenze antiorganizzatrici ad accettare la supremazia del Malatesta. Vivi erano invece, nel West End londinese, i contatti con i compagni francesi, inglesi e tedeschi, nonché con l'anarchismo che aveva attecchito tra la miseria degli emigrati ebrei, russi e polacchi, dell'East End, e che si mostrava sensibile alle sollecitazioni provenienti dal gruppo di Rudolf Rocker. Divenne usuale la frequentazione di clubs internazionali dove le varie correnti anarchiche e anarcosindacaliste erano strettamente a contatto.
Nel 1907, probabilmente assieme al Malatesta, il C. si recò al congresso internazionale anarchico di Amsterdam, e qui dovette conoscere G. Aldred, che, come lui, condivideva la concezione esclusivamente strumentale del sindacato, e che, lasciata la Social Democratic Federation, aveva fondato a Londra un'unione rivoluzionaria dei sostenitori dell'azione diretta e un gruppo comunista antiparlamentarista. Sempre nel 1907, un anno di ripresa per l'anarcosindacalismo inglese, contribuì a pubblicare Voice of Labour, sortoper iniziativa di alcuni appartenenti al gruppo di Freedom, legato a Kropotkin, e quattro anni più tardi la sua critica antimilitarista a Hyndman, che invocava la formazione di una potente flotta militare per necessità difensive in funzione antitedesca, si tradusse in un articolo pubblicato sullo Herald of Revolt, fondato da Aldred, che fu ristampato su fogli libertari in Francia, Svizzera e Olanda. In questo periodo il C. partecipò attivamente al gruppo anarchico di Studi sociali, formatosi a Londra nel 1911 allo scopo di intensificare la propaganda anarchica internazionale, e collaborò a giornali italiani ed inglesi inviando articoli contro la guerra di Libia a Star, Justice, Daily Herald, all'Avanti! e scrivendo per Gli Scamiciati, giornale anarchico edito a Novi Ligure. Nel 1913 partecipò all'iniziativa promossa dal Malatesta per la fondazione di Volontà che sarebbe uscito ad Ancona e in tale occasione venne indicato quale futuro collaboratore regolare del giornale. L'anno successivo un'aspra polemica si aprì tra gli anarchici italiani residenti a Londra sulla questione dell'ingresso dell'Italia in guerra giacché alcuni di essi, tra i quali il C., duramente criticato dai compagni Malatesta e Emidio Recchioni, si espressero, come Kropotkin, a favore dell'intervento a fianco dell'Intesa, ritenendolo indispensabile per fiaccare l'imperialismo tedesco e quindi per opporsi al militarismo.
L'intervista del C. a Hyndman, che apparve sul Popolo d'Italia del 5 febbraio 1915, ben si adattava d'altra parte ai fini del giornale fondato da Mussolini, che si fece ecletticamente organo dell'interventismo di sinistra, accogliendone anche oltralpe tutte le più varie realtà e interpretazioni.
Con l'approfondirsi dell'opposizione alla guerra da parte di ristrette minoranze della Sinistra rivoluzionaria inglese, il C. iniziò tuttavia a svolgere propaganda antibellicista a fianco di compagni italiani ed inglesi. Il movimento di opposizione alla guerra e quello contro l'intervento degli alleati contro la Russia sovietica riunirono al loro interno socialisti del British Socialist Party e del Socialist Labour Party, anarchici, anarcosindacalisti, sindacalisti rivoluzionari, e movimenti femministi di sinistra, come quello diretto da Sylvia Pankhurst. Il C. conobbe quest'ultima nel 1917 e iniziò allora quel rapporto di stretta amicizia e collaborazione che fece dell'anarchico italiano un importante membro redazionale del Workers' Dreadnought. È indubbio che le idee anarchiche, a partire da quest'anno, esercitarono un forte influsso sulla Pankhurst, come è dimostrato dalla decisiva svolta verso l'antiparlamentarismo che segnò la vita della sua organizzazione nel 1918, e quindi dalle svolte degli anni successivi. Il C. d'altra parte si tenne nell'ombra perché il suo contributo al giornale avrebbe potuto essere definitivamente compromesso dalle severe restrizioni alle attività politiche degli stranieri, sancite dagli emendamenti dello Aliens Act del 1918. Seguì la conferenza della pace di Parigi come corrispondente dell'Avanti! e nel febbraio 1919 si recò ad assistere alla conferenza internazionale di Berna. Il suo viaggio a Torino, Milano e Bologna in ottobre si può collegare con i preparativi dell'Unione sindacale italiana per il ritorno del Malatesta in Italia, come vogliono i rapporti degli agenti di polizia, ma probabilmente il C. in questi viaggi agì anche sia da intermediario sia da interprete della Pankhurst.
Nel gennaio 1921 il segretario del Communist Party (British Section of the Third International), in cui era confluita la federazione della Pankhurst, denunciò le ingerenze dell'anarchico italiano, direttore dell'Agenda Press, che stampava il Workers' Dreadnought, per istituire un boicottaggio contro il giornale, che cessò di essere organo del partito, ormai in procinto di fondersi con il Communist Party of Great Britain.
Certamente l'influsso esercitato dal C. sulla Pankhurst non fu estraneo alla fondazione della sezione inglese dell'Internazionale comunista operaia, avvenuta ad opera della Pankhurst, espulsa dal partito comunista, nel 1921. E infatti, il piccolo gruppo inglese raccoglieva eredità anarcosindacaliste e le coniugava all'utopia kropotkiniana. Verso il 1924 iniziò la convivenza della coppia a Woodford Green (Essex), e tre anni più tardi nacque un figlio, cui la Pankhurst, che non aveva contratto matrimonio con il C., volle dare il proprio cognome e il nome di Richard Keir Pethick. Il C. sembra non aver personalmente rivestito un ruolo molto attivo nel movimento antifascista inglese; tuttavia si occupò di numerose attività antifasciste avviate dalla Pankhurst e specialmente, presso la Walthamstow Press, della stampa del New Times and Ethiopia News, edito dalla propria compagna a partire dal 1936, cui contribuì con vari articoli. Tra questi, un accorato appello agli antifascisti italiani quando, il 10 giugno 1940, Mussolini dichiarò guerra alla Gran Bretagna e alla Francia.
Il C. morì a Woodford Green nel gennaio (l'11 secondo la sola testimonianza di G. Aldred) 1954.
Fonti e Bibl.: Necrol. in New Times andEthiopia News (London), 23 genn. 1954 e, di G. Aldred, in The Word (Glasgow), giugno 1954; Roma, Arch. centr. d. Stato, Min. Int., Casellariopolitico centrale, b. 1474, b. 67, b. 2231, b. 2950; Ibid., Dir. gen. P. S., Divisione affari generalieris., 1905 ctg. 14/71, b. 23; 1909 ctg. 5075, b. 5; 1910 ctg. 5075, b. 7; 1911 ctg. J4, b. 57; k914 ctg. J4, b. 45 e ctg. A5G, b. 133; Amsterdam, Internationaal Instituut voor Sociale Geschiedenis, Carte Pankhurst: S. Pankhurst, The Red Twilight (autobiografia inedita); D. Mitchell, The Fighting Pankhursts, London 1967, pp. 86 s., 109, 178, 184 ss., 245-48, 250-55, 258 s., 282 s., 285 s., 290, 313 e passim;L. Bettini, Bibliografia dell'anarchismo, I, 2, Periodici e numeri unici anarchici in lingua ital. pubblicati all'estero (1872-1971), Firenze 1976, pp. 12, 155, 158, 315; R. Pankhurst, Sylvia Pankhurst. Artist and Crusader, New York-London 1979, pp. 185, 190, 192, 195, 203 s.; S. Franchini, Savia Pankhurst 1912-1924. Dal suffragismo alla rivoluzione sociale, Pisa 1980, pp. 170 ss., 237, 249, 270, 276.