Orlando, Silvio
Attore cinematografico e teatrale, nato a Napoli il 30 giugno 1957. Ha toccato le corde della comicità, della malinconia e del dramma senza enfasi ma con intensità e intuito, destando l'interesse di registi come Nanni Moretti, Gabriele Salvatores, Daniele Luchetti e Mimmo Calopresti, autori di un cinema teso ad analizzare la realtà contemporanea attraverso il linguaggio della quotidianità. Ha vinto un David di Donatello per Aprile (1998) di Moretti e un Nastro d'argento per Preferisco il rumore del mare (1999) di Calopresti.
Ha esordito in teatro con registi della scuola napoletana e in quest'ambito è stato notato da Salvatores che gli ha dato la possibilità di mettersi in evidenza in Kamikazen ‒ Ultima notte a Milano (1988). Con il comico e grottesco personaggio di Mario, allenatore di pallanuoto in Palombella rossa (1989), ha avuto quindi inizio il suo rapporto con Moretti, divenuto poi una costante del suo percorso artistico.
La sua capacità di rendere le piccole manie al limite della follia nascoste dietro un'apparenza di uomo 'normale' non gli ha impedito di interpretare, in Il portaborse (1991) e in La scuola (1995) di Luchetti, due ruoli di professore combattivo, idealista e onesto che nel primo caso si scontra con un politico arrivista, interpretato da Moretti, e nel secondo difende i suoi studenti nel fatidico momento dello scrutinio. Ha lavorato nuovamente con Salvatores in Sud (1993), nel ruolo di un sindacalista, e qualche anno dopo in Nirvana (1996). In Ferie d'agosto (1996) di Paolo Virzì ha interpretato un giornalista di sinistra costretto a passare le vacanze nell'isola di Ventotene accanto a una chiassosa famiglia di commercianti romani. In disaccordo con l'ottusità degli ambienti scolastici è ancora una volta l'insegnante di liceo disegnato in Auguri professore (1997) diretto da Riccardo Milani. Con il personaggio del pasticciere trockista in Aprile di Moretti ha offerto una delle sue prove più singolari riuscendo ad assecondare l'ironia del regista e a confermare il suo talento comico, ma è stato altrettanto efficace nell'esprimere la delusione di un emigrato calabrese costretto a scontrarsi con le difficoltà e le debolezze di suo figlio in Preferisco il rumore del mare. Due anni dopo, ancora con la regia di Moretti, in La stanza del figlio (2001) ha interpretato invece la parte di un paziente eternamente vittima delle sue paure che è involontariamente responsabile della morte del figlio del suo psicoanalista. È stato diretto inoltre da Giuseppe Piccioni in Fuori dal mondo (1999) e in Luce dei miei occhi (2001) delineando nel primo un personaggio che di fronte a una possibile paternità subisce un profondo cambiamento e nel secondo l'immagine, priva di accenti caricaturali, dell'uomo senza scrupoli. Nel 2003 ha lavorato nuovamente con Milani che ha prediletto nell'attore la vena 'positiva', affidandogli il ruolo dell'operaio in Il posto dell'anima.