BALBIS, Silvio Saverio
Di famiglia saluzzese, nacque a Caraglio il 29 ott. 1737 da Francesco Antonio e da Agata Teresa Bonifanti di San Benedetto. A quindici anni, dopo aver vestito l'abito ecclesiastico, entrò nel Regio Collegio delle scuole di Saluzzo, dove fu allievo di don Francesco Bernardi, che v'insegnava retorica, e del latinista Giacinto Colomba. Passò, in seguito, all'università di Torino, dove frequentò le lezioni di G. S. Gerdil, di C. I. Ansaldi e di G. Bartoli, e intanto componeva un dialoghetto sul disprezzo della morte a imitazione del primo libro delle Tusculanae (Torino 1755). Laureatosi in teologia, tornò a Saluzzo, facendo della sua casa un ritrovo di molti letterati saluzzesi, tra i quali l'avvocato S. Biandrà, il poeta Onorato Pelicò e lo storico C. Muletti.
Conosceva a meraviglia i melodrammi del Metastasio e lesse con ammirazione la Zaire e la Henriade di Voltaire, nonché Der Tod Abels del Gessner in una traduzione francese. Sotto l'impulso dell'ispirazione biblica compose anzi un poemetto, Nahum Profeta,Saluzzo 1763, che riscosse il plauso del Frugoni. Poi tentò il dramma con la Clizia (1766), e con il Tancredi,che fu messo in scena, nel carnevale dei 1767, al Regio di Torino.
Sembra che questo melodramma sia stato accolto dal pubblico assai sfavorevolmente, per cui il B. non pose più mano ad opere di vasta mole, dedicandosi per lo più a poesie d'occasione, nella maggior parte in vernacolo piemontese, al quale ambì conferire dignità letteraria. Attese poi agli studi storici e geografici, si interessò indirettamente di filosofia dedicandosi con successo all'attività di oratore: celebratissime, a suo tempo, furono l'orazione in lode di s. Luigi Gonzaga e quella in memoria di Carlo Emanuele III. letta nella cattedrale di Saluzzo nel 1773.
Nel 1782 vide la luce a Saluzzo il volume Saggio di poesie varie,nel quale si trovano raccolte le migliori poesie del B. in italiano e in vernacolo (tre favole scritte in dialetto piemontese, sul modello di quelle del La Fontaine, si leggono invece nel Parnas Piemontejs per l'an 1839, Turin 1839, pp. 38-45). Poi vennero gli anni del declino, confortati da una certa notorietà presso un numero modesto di stimatori. Dal B. furono incoraggiati ed, aiutati l'improvvisatore Ignazio Vignola e la poetessa Diodata Saluzzo, che godettero, al tempo loro, di notevole fama; egli coltivò anche l'amicizia di Onorato Pelicò, del quale tenne a battesimo l'illustre suo figlio, Silvio Pellico. Fu anche in rapporti col famoso stampatore G. B. Bodoni, che, da Parma, gli inviava in regalo copia di ciascuna delle sue stupende edizioni. Nessuno scritto del B. vide però la luce per i tipi del Bodoni, eccetto un sonetto in onore del Sacro Cuore di Gesù, dedicato alla regina del Portogallo.
Gli ultimi anni del B. furono rattristati dallo spettacolo della rovina di quello che era stato il suo mondo, al quale non sopravvisse, vinto da una vecchiaia precoce. Morì a Saluzzo il 23 luglio 1796, dopo aver trepidato per le sorti del Piemonte di fronte al pericolo rivoluzionario.
La sua memoria fu celebrata a Torino in una solenne adunanza dell'Accademia degli Unanimi. Venne inoltre pubblicato per la sua morte un elogio funebre in cui il p. Giovanni Bollani non lesinò le più ampie lodi. Un a sua biografia, composta dal Galeani Napione, si trova manoscritta nell'Archivio storico civico di Saluzzo (Carte Manuel). Di essa il Martini compilò un riassunto nella sua Vita del conte G. F. Napione.
Bibl.: L. Martini, Vita del conte G. F. Napione,Torino 1836, pp. 207-209, 250; T. Vallauri, Storia della poesia in Piemonte, II,Torino 1841, pp. 124, 312; E. Trona, Della letteratura saluzzese,Saluzzo 1844, p. 53; D. Carutti, Storia della corte di Savoia durante la rivoluzione e l'impero francese,II,Torino-Roma 1892, p. 359; P. Toldo, Fonti e propaggini italiane delle favole di La Fontaine,in Giorn. stor. d. letter. ital.,LIX (1912), p. 309; C. F. Savio, La vita saluzzese dal 1797 al 1804 nel diario di Giuseppe Poetti,Saluzzo 1921, p. 15; L. Collino, Storia della poesia dialettale piemontese,Torino 1924, pp. 70 ss.; C. F. Savio, Silvio Balbis poeta dialettale,in Miscellanea Cuneese,Torino 1930, pp. 215-246; C. Calcaterra, Ilnostro imminente Risorgimento,Torino 1935, pp. 573, 607, 625, 649.