SIMBOLISMO fonetico
Corrispondenza dei suoni e del significato di una parola. Il simbolismo fonetico può essere considerato sotto tre aspetti. Il primo è quello che riguarda le origini del linguaggio: il linguaggio potrebbe essere nato come riproduzione di suoni esistenti nella natura (onomatopea) e quindi il simbolismo fonetico potrebbe essere identificato con le basi psicofisiologiche del linguaggio. Il secondo aspetto è quello della storia di singoli elementi linguistici di origine effettivamente onomatopeica, ma che con l'andar del tempo hanno visto alterato in proporzioni varie la capacità di evocare impressioni uditive: tale il ta pum dei fucili austriaci durante la guerra che è passato a indicare un colpo di fucileria nemica; tale il babau che dal rumore del cane è andato molto più lontano a indicare "spauracchio". Il terzo aspetto è quello stilistico, quello della lingua individuale per eccellenza, della poesia: qui i suoni anziché distaccarsi da immagini uditive, vengono indirizzati per un istante verso immagini uditive: e naturalmente non per stabilire direttamente un'associazione fra suoni e significato, ma per evocare indirettamente anche con i suoni imagini e sentimenti. Naturalmente secondo le lingue i valori dei singoli suoni sono diversi; per l'italiano si potrebbe illustrare qualche esempio sul valore simbolico diverso di gruppi con r e con s, con è e con s sonoro, valore di sillabe aperte e di sillabe chiuse, ecc. Rientrano infine nel simbolismo fonetico questioni di prosodia e di clausole: e come quei che con lena affannata, endecasillabo con accenti su quarta e settima, particolarmente adatto a indicare monotonia e sforzo.
Bibl.: Fouché, Il rapporto naturale fra suono e idea; simbolismo fonetico, in Atti del III cong. intern. dei linguisti, Firenze 1935, pp. 122-135.