SIMEONE (ebraico Shim‛ün; greco Συμεών)
1. Nome del secondo figlio di Giacobbe, e della tribù ebraica che discese da lui. Il racconto biblico (Genesi, XXIX, 33) mette l'origine del nome in relazione con la nascita del personaggio, la quale rappresentò per sua madre Lea un "esaudimento" (dalla radice èm ‛, "[es] audire") da parte di Dio; ma il nome ha un parallelo nel babilonese Shamaqūnu. Il personaggio è nominato a proposito della strage fatta degli abitanti di Sichem (v.) dai figli di Giacobbe (Genesi, XXXIV, 25 segg.) e nella storia di Giuseppe ebreo; i suoi discendenti sono nominati in Gen., XLVI, 10 (cfr. Esodo, VI, 15).
La tribù di Simeone occupò nella Palestina territorî (elencati in Giosuè, XIX, 1 segg.) ch'erano tutti all'estremità meridionale della Palestina, più a sud dei territorî della tribù di Giuda, e si estendevano dal litorale del Mediterraneo, occupato dai Filistei, fino alla riva sud-occidentale del Mar Morto. Questa regione, benché vasta, era in gran parte deserta, e la tribù vi menava una vita nomade in cerca di pascoli; essa, nella storia degli Ebrei, ebbe poca importanza, e dopo la scissione dei due regni israeliti rimase del tutto eclissata dalla preponderanza assoluta della tribù di Giuda nel regno meridionale (o di Gerusalemme).
2. Simeone (il Vecchio). Personaggio del Nuovo Testamento di cui parla il solo Luca, II, 25-35, e a cui è attribuito il cantico Nunc dimittis. Era un anziano di Gerusalemme, giusto e pio, che ai tempi della nascita di Gesù "aspettava la consolazione d'Israele e lo Spirito Santo era su lui"; quando il neonato Gesù fu presentato al tempio di Gerusalemme secondo la legge giudaica, anch'egli vi fu presente, lo accolse fra le sue braccia avendolo riconosciuto come Messia; in tale occasione recitò il cantico suddetto, predicendo inoltre alla madre Maria "una spada che trafiggerà l'anima" di lei.
Si è tentato identificare questo S. con un Simeone il Pio, sommo sacerdote giudaico, o con Rabbi Simeone figlio di Hillel e padre del celebre Gamaliel; ma sono identificazioni prive di solido fondamento. Anche più arbitrario è il tentativo di alcuni studiosi recenti di vedere nella figura di questo S. il riflesso di un episodio relativo alla nascita di Buddha: quando questi nacque, un solitario del Himālaya, certo Asita, ne ebbe annunzio dagli Dei; si recò allora al villaggio ov'era nato, ivi gli fu mostrato il bambino, che egli prese nelle braccia piangendo e profetizzando la sua missione futura. La massima parte dei critici rifiuta di vedere una qualsiasi influenza di questo episodio indiano sulla figura del giudeo Simeone.
Bibl.: Per il S. neotestamentario, v.: L. de la Vallée Poussin, Le Buddhisme et les Évangiles canoniques, in Revue biblique, 1906, p. 353 segg.; C. Clemen, Buddistische Einflüsse im N. Test., in Zeitschrift f. neutest. Wissensch., XVII (1916), p. 128 segg.