SIMI (Sombeki in turco; A. T., 90)
Una delle Isole Italiane dell'Egeo che giace a 36° 35′ di latitudine nord e a 27° 51′ di longitudine est. Dista appena otto chilometri e mezzo dal continente asiatico, che si protende verso Simi con le due penisole di Cnido e di Dorachi, e 22 km. dall'isola di Rodi da cui dipende dal punto di vista amministrativo. L'isola ha una forma molto irregolare e articolata con l'asse maggiore orientato NNO.-SSE. La lunghezza massima è di km. 11,8, la larghezza di km. 10,5. La superficie dell'isola è di kmq. 57,30 e di 64 kmq. con quella degl'isolotti dipendenti. Risulta quindi all'ottavo posto per dimensioni fra le Isole Italiane dell'Egeo. Simi è un'isola montagnosa, nuda e impervia, di natura essenzialmente calcarea. L'ossatura è formata da calcari massicci, talora fossiliferi, del Sopracretacico, coperti da una coltre di calcari selciferi d'età non bene definita. Qua e là esistono lembi di rocce scistoso-arenacee diffuse specialmente nel settore settentrionale. Il carsismo è bene sviluppato su quasi tutta l'isola. La cima più elevata è quella del M. Vigla che culmina a 616 m. s. m. Numerose e profonde insenature intaccano il corpo lapideo di Simi costituendo altrettanti porti naturali ben protetti, di cui i due più noti e difesi sono quello di Simi e quello dei Panormiti. Da Simi dipendono gli isolotti di Nimo (a nord) e di Sesclì con l'isoletta di Culundro (a sud). Verso ovest vi sono altre isole minori come quelle di Diavate.
La popolazione dell'isola il 30 giugno 1934 ammontava a 9741 ab., in prevalenza greco-ortodossi, riuniti quasi tutti nella cittadina di Simi. Questa è formata da due gruppi di abitati, di cui uno sopra un rilievo (Castello) rappresenta la sede medioevale, uno in riva al mare la città moderna. Un piccolo nucleo di abitanti vive a Emporio e un altro nel grande convento dei Panormiti, presso l'estremità meridionale dell'isola, al quale affluiscono ogni anno numerosi pellegrini. Data la sterilità e l'aridità del suolo (non esistono corsi d'acqua permanenti, né sorgenti perenni) l'attività agricola è limitatissima (grano, uva, olive, tabacco). Un certo sviluppo ha la pastorizia. L'attività principale degli abitanti è rappresentata dalla pesca e dal commercio delle spugne che forniscono i mezzi di vita a gran parte della popolazione.
Nell'antichita e nel Medioevo l'isola seguì quasi sempre le sorti di Rodi. I Cavalieri di S. Giovanni vi costruirono un castello di cui si conservano ancora i resti. Fu occupata dall'Italia il 19 maggio 1912.