DACH, Simon
Poeta tedesco, nato a Memel il 29 luglio 1605, morto a Königsberg il 15 aprile 1659. Studiò a Königsberg, a Wittenberg, a Magdeburg; a Königsberg rimase per tutto il resto della sua vita. Benché studente di teologia, coltivò soprattutto le discipline umanistiche e la poesia. La povertà lo costrinse all'insegnamento privato; tenne poi per alcuni anni un posto alla scuola del duomo. La protezione dell'Elettore di Prussia gli procurò nel 1639 la cattedra di poesia all'università, e il nuovo monarca: Federico Guglielmo, il Grande Elettore, mantenne il suo favore al poeta. Aveva cantato i casi fausti e tristi della casa di Prussia in una serie di componimenti, raccolti dai suoi eredi nella Churbrandenburgische Rose (1661).
Pressoché tutta l'opera poetica del D. è d'origine occasionale; lo sono pure il Cleomedes (1635) e il Prussiarchus (1645), due azioni drammatiche del genere musicale della Daphne di Opitz-Schütz; il resto è lirica. Numerosissimi i versi di compianto e di conforto, che egli componeva su commissione come anche epitalamî e altre poesie del genere (circa 1500 composizioni in tutto, di cui appena un terzo pubblicato). La critica recente tende a negare al D. la paternità della famosa canzone Anke von Tharau, attribuendogli invece un altro assai realistico Gretkelied, pur esso in dialetto.
Per quanto vivaci e tenere siano certe sue canzoni a ballo, per quanto in alcune maggiolate e in alcune liriche familiari il sentimento della natura e il tono scherzoso e preciso dell'osservazione sembrino anticipare il gusto idillico del Settecento, la più sentita e caratteristica poesia del D. rimane la funeraria. S'incontra qui coi suoi amici del "Gruppo di Königsberg" (Robert Roberthin, Heinrich Albert, Val. Thilo, J.P. Titz, J. Stobäus, Georg Mylius, ecc.). Fra tutti D. ha la voce più chiara e l'ispirazione più profonda: la ricchezza del sentimento lirico mostrata nell'incessante contemplazione della morte, spesso dipinta come la bramata liberazione dal carcere terreno, era alimentata dalle tendenze mistiche del secolo, che più specialmente legavano Königsberg alla slesia. Schöner Himmelsaal; Du, o getreue Mutter Erde; Ich kenn' ein Haus nach dieser Zeit e altri canti esprimono la nostalgia della morte con una commozione profonda e tenera che forma una nota particolare nel barocco tedesco. La religiosità di D., di solito incolore nella sua rassegnazione devota e timorosa, si anima allora d'una forza gentile. Sono i momenti in cui egli si stacca sicuramente dalla tradizione del lied religioso protestante, nella quale troppo spesso altrimenti si confonde.
Edizioni: Simon Dach, edito da H. Österley, Stoccarda 1876; Simon Dach, seine Freunde und J. Röling, edito da H. Österley, Berlino e Stoccarda 1883.
Bibl.: H. Böhm, Stil und Persönlichkeit S. D.'s, Bonn 1910; H. Bretzke, S. D.'s dramatische Spiele, Königsberg 1921; W. Ziesemer, S.D., in Altpreussische Forschungen, Königsberg 1924, fasc. 1°; id., Neues zu S.D., in Euphorion, 1924.