Starling, Simon
Starling, Simon. – Artista concettuale britannico (n. Epsom 1967). Vincitore del Turner prize nel 2005 per la sua opera Shedboatshed (Mobile Architecture No 2), una capanna trasformata in barca (per l'esattezza un Weidling, imbarcazione di origine celtica) fatta navigare sul Rhine e poi nuovamente riassemblata in capanna ed esposta al Museum für Gegenwartskunst di Basilea. Interessato soprattutto al processo mentale e di ricerca che si nasconde dietro l'opera, al pubblico S. presenta tuttavia dei prodotti finiti che lasciano solo intuire la loro storia e i cui tanti e ambiziosi significati permangono soltanto come 'sottotesti', spesso resi leggibili grazie a un effetto comico al limite dello slapstick. Un esempio in tal senso è Tabernas desert run (2004): S. ha attraversato il deserto andaluso con un'improbabile bicicletta elettrica il cui unico prodotto di scarto era acqua, della quale si è poi servito per dipingere un acquerello raffigurante un cactus, creando un contrasto comico tra l'enorme sforzo del lavoro umano per produrre un risultato ridicolo e l'efficienza della natura (ma tutto ciò che allo spettatore rimane è l'acquerello accanto alla foto della bici). Oltre a quello ecologico, ricorrente è anche il tema della globalizzazione, come in The long ton (2009), un grande masso di marmo proveniente dalla Cina che solo dopo il suo lungo viaggio ha acquisito lo stesso valore commerciale di un altro masso di marmo di minor misura proveniente da Carrara, accanto al quale pende dal soffitto in perfetto equilibrio. Tra i numerosi altri progetti di S., il video Project for a masquerade (Hiroshima) del 2010, ispirato al lavoro di Henry Moore, la piece teatrale The expedition del 2011 e 1, 1, 2 dello stesso anno, un'istallazione composta da tre massi di marmo appesi in equilibrio che è una traduzione della serie numerica di Fibonacci. Nel 2003 ha partecipato alla Biennale di Venezia.