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Alighieri, Simona

di Renato Piattoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Alighieri, Simona

Renato Piattoli

Figlia di Cione del Bello. Tutto quello che sappiamo di questa donna è contenuto in uno spoglio tratto da registri d'estimo del comune di Bologna, nella seconda metà del '700, dal conte Baldassare Carrati. Questo spoglio informa che nel 1330 la fiorentina S. del Bello era tassata per 25 lire nella Cappella di S. Michele dei Lambertazzi di Bologna.

La sua presenza in Bologna si spiega col fatto che i figli di Cione, abbandonando la loro città per il bando che li aveva colpiti in seguito all'uccisione di un Sacchetti compiuta da uno di loro per vendicare lo zio Geri, e poi esclusi a causa dell'efferatezza del delitto dall'amnistia nota col nome di " Riforma di Baldo d'Aguglione ", trovarono forse rifugio in Bologna o in S. Giovanni in Persiceto, dove ancora vivevano la vedova, il figlio e le figlie del loro cugino Bellino di Lapo (v.). A quanto ci risulta, S. è l'ultimo personaggio del ramo fiorentino degli Alighieri del Bello di cui si posseggono testimonianze.

Bibl. - G. Livi, D. in Bologna, Bologna 1918, IV, cap. IV; ID., D. e Bologna, ibid. 1921, II, cap. II; Piattoli, Codice 106 e 148.

Vocabolario
alighièro
alighiero alighièro s. m. [voce di origine germanica]. – 1. In marina, sinon., ormai poco usato, di gancio d’accosto o gaffa. 2. Il marinaio che manovra il gancio stesso, più comunem. detto prodiere.
simonìa
simonia simonìa s. f. [dal lat. tardo, eccles., simonīa, der. dal nome di Simone Mago, il samaritano che, secondo gli Atti degli Apostoli 8, 18-24, cercò di comprare dagli apostoli Pietro e Giovanni, offrendo loro del denaro, il potere...
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