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BAR KŌKHĔBĀ, Simone

di Umberto Cassuto - Enciclopedia Italiana (1930)
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BAR KŌKHĔBĀ (o Bar Kōzībā), Simone

Umberto Cassuto

Capo della rivolta giudaica contro i Romani, al tempo di Adriano. Quando Adriano formulò (circa 130 d. C.) il piano di ricostruire Gerusalemme come una città pagana con un tempio dedicato a Giove Capitolino, la popolazione giudaica si sollevò, sotto la guida di Simone Bar Kōkhĕbā, al quale diede la sua adesione entusiastica uno dei più insigni dottori del tempo, Rabbī ‛Aqībā. La rivoltà scoppiò, a quanto pare, nel 132. Simone riuscì a impadronirsi di Gerusalemme e a rendere tutta la Giudea libera dalla dominazione romana; e in segno della sua indipendenza coniò moneta propria. La gravità della rivolta indusse Adriano a serie misure di repressione. Egli mandò contro i ribelli, con ampie forze militari, Giulio Severo, che in una lunga guerriglia riuscì a logorare le forze di Simone e a riprendere un poco alla volta tutto il territorio, costringendo Simone a chiudersi nell'ultima delle fortezze rimastegli, Bēthar, che dopo lungo assedio fu presa e distrutta (135). Simone trovò la morte fra le rovine di Bēthar. La fierissima repressione aveva ormai ridotto la Giudea a un deserto; e sui superstiti si aggravò la mano punitrice di Adriano. Anche Rabbī ‛Aqībā fu tra coloro che vennero condannati a morte.

Il nome B. K. significa in aramaico "figlio della stella" ed è interprato generalmente come soprannome, con allusione al passo biblico Numeri, XXIV, 17: "Una stella è venuta da Giacobbe". Ma la variante Kōzībā sembra escludere tale interpretazione.

Bibl.: E. Schürer, Gesch. des jüdischen Volkers, 3ª-4ª ed., Lipsia 1901-1909, pp. 670-704.

Vedi anche
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