ALTAVILLA, Simone d'
Figlio naturale di Ruggero II, ottenne, alla morte del padre, il principato di Taranto. Ciò suscitò il. risentimento del fratellastro Guglielmo I, il quale, valendosi del suo potere sovrano, non eseguì la volontà del padre defunto, adducendo che Simone, come illegittimo, non poteva occupare un feudo così importante. L'arbitrio compiuto nei suoi riguardi eccitò in Simone un profondo odio contro Guglielmo I, ed egli non aspettò che la prima occasione per vendicarsi, tanto da entrare nella congiura organizzata da Matteo Bonello (1161), divenendone in breve uno dei capi. Il 29 marzo fu lui a condurre i congiurati alla presenza del re e a trarlo prigioniero. Egli aspirava a salire sul trono, e intorno a lui si formò un partito, capeggiato da Gualtiero Offamilio (Walter of Mill), che sostenne la sua candidatura. Ma questa, come le altre, cadde quando Guglielmo, liberato, riprese il potere ed iniziò la repressione. Simone si rifugiò a Caccamo con Matteo Bonello e alcuni congiurati e nelle trattative per la pace, che i ribelli avviarono con Guglielmo, Simone fu sacrificato e costretto all'esilio. Qualche storico l'ha identificato con quel figlio di Ruggero II, che, alla morte di Guglielmo I (1166), invitò senza risultato l'imperatore di Bisanzio ad aiutarlo a salire al trono; ma l'identificazione non è sicura.
Fonti e Bibl.: P. Litta, Fam. cel. ital., Normanni re,tav. III; F. Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie, II, Paris 1907, cfr. Indice;G.B. Siragusa, Il regno di Guglielmo I,Palermo 1929, pp. 183 ss.